CASE, BICICLETTE, CORSI DI TANGO E CINEMA PER BAMBINI: LA SOLIDARIETA’ DEGLI EUROPEI PER I PROFUGHI
QUANDO IL POPOLO EUROPEO SI DIMOSTRA MIGLIORE DI CHI LO GOVERNA
Gli islandesi offrono la casa, i tedeschi organizzano comitati di accoglienza nelle stazioni ferroviarie, gli inglesi regalano biciclette e stivali di gomma, gli ungheresi allestiscono un cinema per i bambini.
Mentre l’Europa dei governanti ancora non riesce a trovare una soluzione al flusso di richiedenti asilo che continuano a mettere piede nel vecchio continente mandando in tilt l’equilibrio politico, si moltiplicano ovunque le iniziative per dare sollievo ai profughi o anche per sensibilizzare il resto della popolazione tentando di convincere gli scettici che l’arrivo dei migranti non costituisce affatto un pericolo.
Una delle nazioni più generose in questo senso è la Germania, dove sta giungendo il maggior numero di richiedenti asilo, specialmente dalla Siria.
Con l’hashtag #trainofhope (il treno della speranza) una rete di volontari tiene d’occhio l’orario dei treni in arrivo dall’Ungheria e coordina il primo soccorso ai profughi che sono sfuggiti al blocco della stazione di Budapest.
La rete coinvolge austriaci e ungheresi, e sfrutta un documento aperto a tutti per fornire le ultime informazioni:
Sempre in Germania è nato l’hashtag #refugeeswelcome, utilizzato dagli stessi richiedenti asilo per comprendere quali siano le opportunità una volta arrivati a destinazione.
L’omonimo sito offre addirittura una sistemazione in case private con le famiglie tedesche e austriache e finora è riuscito a trovare un alloggio a circa 150 persone., mentre il blog Wie kann ich helfen raccoglie le offerte e le collette destinate ai migranti – compresi corsi di tango gratis a Berlino.
Per convincere i tedeschi che i rifugiati meritano solidarietà , la nazionale ha girato un video con il capitano Bastian Schweinsteiger dove i giocatori spiegano che i nuovi arrivati vanno aiutati e rispettati.
A Budapest, dove migliaia di richiedenti asilo hanno passato giorni di inferno alla stazione Keleti, impossibilitati a muoversi verso la Germania e ora trasportati in campi profughi contro la loro volontà , la ong Migration Aid ha coordinato i volontari che hanno portato cibo, medicinali e giochi per i bambini.
Giovedì l’associazione umanitaria ha organizzato una manifestazione (ore 19 locali) per protestare contro il trattamento che il governo ungherese sta riservando ai migranti.
A Londra il 12 settembre è prevista una manifestazione a Trafalgar Square, per convincere il governo di David Cameron a farsi carico di una quota importante delle persone che fuggono dalle guerre in Africa e in Medio Oriente.
A oggi 33mila britannici hanno già aderito, mentre sono oltre 150mila coloro che hanno firmato una petizione al Parlamento per aprire le porte ai richiedenti asilo, contrariamente a quanto sostenuto dalla ministra Theresa May.
Più concretamente, gli inglesi che hanno partecipato al celebre festival rock di Glastonbury hanno voluto donare 500 stivali di gomma, 2mila mantelle anti-pioggia e kit di primo soccorso ai migranti accampati a Calais, i quali hanno ricevuto in dono anche tremila biciclette da parte di altrettanti londinesi che hanno deciso di percorrere in bici la distanza tra la capitale britannica e la cittadina costiera francese in segno di solidarietà .
Proprio per alleviare la fatica e la sofferenza dei profughi ammassati a Calais in attesa di raggiungere la Gran Bretagna, varie associazioni francesi si sono offerte di lavorare nella New Jungle costruendo per esempio una libreria.
Per coloro che hanno ottenuto asilo in Francia è attivo ora anche un servizio di bed&breakfast (gratuito) creato appositamente per loro dai francesi che mettono a disposizione la propria casa: si chiama Calm (“Comme à la maison”) e tra pochi giorni riuscirà a ospitare la prima famiglia.
Tuttavia sono gli islandesi a battere il resto degli europei quanto a ospitalità : il governo si era detto disposto a prendere in carico 50 rifugiati, oltre 11mila cittadini invece si sono dichiarati disposti a offrire una parte della propria casa ai profughi.
In Italia la realtà che maggiormente richiama l’attenzione è il centro culturale Baobab di Roma, autogestito dai richiedenti asilo.
Dall’inizio dell’insediamento, centinaia di romani hanno fatto a gara per offrire pannolini, vestiti, cibo ma anche musica e attività culturali.
La necessità di generi alimentari e vestiario continua ancora oggi:
Anche gli italiani stanno cominciando a pensare che dare una stanza ai richiedenti asilo può essere una opportunità per offrire reale aiuto a chi ne ha bisogno: lo ha fatto un professore di Treviso, che ha accolto in casa sei africani sbarcati a Lampedusa: una novantenne padovana che ha addirittura lasciato la propria abitazione ai richiedenti asilo e un albergatore delle Cinque Terre ha deciso di lasciare delle camere gratuitamente ai profughi.
Per richiamare a un maggiore attivismo e all’accoglienza vera, a Venezia l’11 settembre uomini e donne cammineranno scalzi in una marcia promossa da artisti, giornalisti e personaggi dello spettacolo .
(da “Huffingtonpost”)
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