CHI HA PAURA DI DRAGOMIRA BONEV? BONDI BALBETTA, LEI ORA DICE DI AVER PAGATO I CONTI, BERLUSCONI TACE
IL PREMIO FARLOCCO AL FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA ALL’AMICA DI SILVIO… LE SPESE PAGATE DAL GOVERNO ITALIANO, LA CONFERMA DEI BULGARI CHE TUTTE LE SPESE ERANO A CARICO DEL MINISTERO ITALIANO, LA NUOVA TESI DELLA BONEV IN EVIDENTE IMBARAZZO
E al quarto giorno, parlò anche Michelle Bonev.
Mentre Bondi ribadisce la propria estraneità alle spese e Berlusconi tace, l’attrice detta una dichiarazione alle agenzie, dopo la pubblicazione della lettera ufficiale del primo ministro Borisov, in cui senza possibilità di equivoco, il premier di Sofia autorizzava il viaggio veneziano dal 3 al 6 settembre scorso per “Goodbye Mama”, purchè le spese di viaggio e alloggio fossero “coperte dalla parte ricevente”.
La Bonev (che interrogata più volte dal settimanale locale “168 ore” aveva sempre detto di non aver sborsato un centesimo) ribalta completamente la versione dei fatti: “Intendo rendere onore alla verita’ in questo fiume di menzogne mediatiche. Il viaggio e il soggiorno della delegazione bulgara a Venezia sono stati pagati dalla mia societa’ Romantica Entertainment srl allo scopo di consentire alla cultura bulgara di mostrarsi al Festival dopo 20 anni di assenza”.
Un equilibrismo dialettico, che inaugura una nuova era: ricevere un premio fasullo e pagare per farsi incoronare.
Nel capolavoro, Michelle, non dimentica gli amici.
A partire dal ministro della cultura Rashidov che la accompagnò a Venezia con un charter privato affittato in Germania, soggiornando all’Hotel Cipriani. Così la Bonev, dopo aver assistito al show televisivo del politico: “Hanno pagato gli italiani- ha detto ieri Rashidov- probabilmente non lo ammettono per la crisi economica e gli scandali che investono il loro governo”, cambia idea.
“Le dichiarazioni di Rashidov — dice la Bonev — sono quindi conformi al vero. Sono naturalmente in grado di documentare quanto dichiaro. La mia societa’ non ha mai ricevuto alcun finanziamento dal Ministero italiano per i beni e le attivita’ culturali, ne’ comunque dal governo italiano”.
Tutti salvi dunque, onore della patria e senso del ridicolo, se non fosse che la storia presenta alcuni buchi logici, a iniziare dal prolungato silenzio della Bonev che, evitando imbarazzi al governo del suo Paese e a quello italiano, avrebbe potuto parlare prima.
Così il premio farsa di Venezia e un film non ancora distribuito che la giornalista del settimanale Cultura Alexandrova ha definito, voce isolata (gli altri cronisti erano spesati tra hotel e charter di lusso): “Una presa in giro e una offesa per il cinema bulgaro”, tornano al punto di partenza.
Non ha pagato la Bulgaria, non ha pagato (nonostante i documenti ufficiali del governo di Sofia attestino il contrario) in nessuna forma il governo italiano, avrebbe pagato la Romantica srl di Bonev.
Produttrice del film, con l’avvocato calabrese Corasaniti, già in affari con lei per una società di modelle dell’Est e Licia Nunez, al secolo Licia Del Curatolo da Barletta, presente e fotografata a Venezia e finita nel caos delle frequentazioni proibite di Berlusconi nel 2009.
Lei smentì. “Ero andata a Palazzo Grazioli per un colloquio privato, dovevo chiedergli dei consigli. Per me è una sorta di paterno consulente artistico. Tra noi è nato un bellissimo rapporto nel 2007. Lo conobbi a Roma a una festa, fu molto gentile. Mi permisi di dargli il mio numero di cellulare, lui mi fece chiamare dopo le elezioni e mi invitò a Palazzo Grazioli ai festeggiamenti. Quel giorno fu lui a darmi il suo numero telefonico. Ci siamo visti sei o sette volte” dichiarò la Nunez.
Sul tema, Andrea Purgatori a nome dei 100 autori ha un punto di vista chiaro. “Lo abbiamo chiesto già tre volte lo ribadiamo: Bondi si deve dimettere. E’ la prima volta che sento di un premiato che si sobbarca le spese per ricevere una coccarda. Spero che dopo tutte le promesse non rispettate e una gestione del dicastero nepotista e inetta che lo qualifica come il ministro meno produttivo di sempre, su Bondi spenda una parola anche il Presidente Giorgio Napolitano”.
Malcom Pagani
( da “Il Fatto Quotidiano“)
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