COCIV NON PAGA I PASTI DEGLI OPERAI DEL TERZO VALICO, SCATTA IL PIGNORAMENTO
PER LA SERIE “FACCIAMOCI CONOSCERE NEL MONDO”… TRATTORIA DI SERRAVALLE SCRIVIA COSTRETTA A VIE GIUDIZIARIE PER RECUPERARE IL CREDITO DI 35.000 EURO
«Sono questi i benefici che il Terzo valico porterebbe al territorio? Siamo indignati per aver lavorato e averci rimesso, almeno sinora, 35 mila euro, solo di fatture non ancora pagate».
Il Cociv, il consorzio per la realizzazione del Terzo valico, è stato condannato dal Tribunale di Sondrio al pignoramento di 35 mila euro per fatture non saldate da versare a una coppia di ristoratori di Serravalle, Elisabetta Muraca e Shkelzen Lama, titolari del locale “Il baracchino”, situato all’ingresso del quartiere Cà del Sole.
Muraca e Lama avevano stabilito una convenzione con il Cociv per accogliere a prezzo convenzionato, a pranzo e cena, gli operai della ditta “Paganoni” di Sondrio che ha realizzato le fondamenta del villaggio dei dipendenti delle aziende appaltatrici del Cociv realizzato a Novi.
«Fino a due anni fa – spiega la signora Muraca – abbiamo ospitato per diversi mesi i dipendenti della Paganoni, fornendo loro 7 giorni su 7, domenica e giorni festivi compresi, pranzo e cena al prezzo di 10 euro ciascuno per ogni singolo pasto. Per i primi tre mesi i pagamenti sono stati regolari e tempestivi ma poi qualcosa si è inceppato. Gli operai sono sempre regolarmente venuti a mangiare. Parliamo di un minimo di 12 persone a un massimo di 20—21. Quindi sempre gruppi consistenti ai quali non abbiamo mai fatto mancare nulla. Avendo valutato che i primi pagamenti erano stati versati, non potevamo lasciare a stomaco vuoto le persone, anche confidando di avere a che fare con una società nota come il Cociv».
«Invece — aggiunge il marito Shkelzen Lama — forse per disaccordi tra Cociv e Paganoni o forse perchè i lavori appaltati erano stati portati a termine, non abbiamo più visto un quattrino. Così, tramite l’avvocato Silvia Picollo abbiamo intentato causa al Cociv, con il quale avevamo stipulato la convenzione, rivendicando i 22 mila euro di fatturazioni che poi sono diventati 27 mila e 500 tra interessi e spese legali e infine 35 mila (pagamento fino all’espletamento del debito, ndr) come recita la sentenza a noi favorevole di pignoramento al consorzio».
La risposta del Cociv non si è fatta attendere. Dalle parole provenienti dalla direzione consortile, sembrerebbe che ci sia il riconoscimento della colpa e quindi l’accettazione della sentenza.
«Il Consorzio – si giustificano l’ufficio stampa del Cociv – ha già provveduto ad accantonare la somma richiesta dal tribunale. Ad oggi, però, risulta una irregolarità nel “Durc” (il documento unico di regolarità contributiva nei confronti di Inps e Inail a cui le imprese di settore devono attenersi, ndr) da parte della società debitrice “Paganoni” che rende quindi il credito inesigibile, fino alla regolarizzazione della posizione da parte della Paganoni stessa».
I coniugi Elisabetta Muraca e Shkelzen Lama, titolari del ristorante «Il baracchino» di Serravalle, dove per mesi hanno pranzato e cenato gli operai della Paganoni, dovranno quindi attendere, se e quando, l’impresa si atterrà alla presentazione del documento richiesto da Cociv.
Ma i problemi per la coppia non finiscono qui. «Sempre attraverso il nostro legale – ha concluso la signora Muraca – intenteremo causa a un’altra impresa, la “Ober Osler” per lo stesso identico motivo. Anche in questo caso i primi tempi i pagamenti sono stati regolari ma poi questa impresa, ha accumulato un anno e mezzo fa un debito di 18 mila e 700 euro. Non si può andare avanti così».
(da “il Secolo XIX“)
Leave a Reply