CORRUZIONE IN LIGURIA, ECCO CHI SONO I 30 INDAGATI DELLA MAXI-INCHIESTA
DA TOTI A NOTI IMPRENDITORI, CON ACCUSE CHE VANNO DALLA CORRUZIONE AL VOTO DI SCAMBIO, IN ALCUNI CASI CON L’AGGRAVANTE DELL’AVER AGEVOLATO COSA NOSTRA
È nata grazie alla trasmissione degli atti dalla Procura della Spezia, che stava indagando sull’allora sindaco di Portovenere Matteo Cozzani, la mini “tangentopoli” genovese, che che ha visto la procura distrettuale chiedere e ottenere gli arresti domiciliari per il governatore Giovanni Toti, il suo capo di gabinetto Cozzani, l’imprenditore della Logistica Aldo Spinelli e l’ex presidente dell’autorità portuale e ad (sospeso) di Iren Paolo Signorini che si trova adesso in carcere.
L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Genova, coordinata dal procuratore Nicola Piacente (e condotta dagli aggiunti Francesco Pinto e Vittorio Ranieri Miniati e dai pm Federico Manotti e Luca Monteverde) conta in tutto al momento 30 indagati ed è di fatto composta di due parti.
Da un lato ci sono, secondo l’accusa, i voti cercati nella comunità riesina e tra gli ambienti legati a Cosa Nostra e alla ‘Ndrangheta in cambio di posti di lavoro e favori per ottenere case popolari. Dall’altro i finanziamenti illeciti ottenuti da imprenditori per ottenere lo snellimento o la risoluzione di pratiche: dalla trasformazione da libera a privata della spiaggia di Punta Dell’Olmo per agevolare l’iter di una pratica edilizia di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli alla pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova controllata al 55% dalla Spinelli.), fino all’assegnazione a Spinelli degli spazi portuali ex Carbonile Itar e Carbonile Levante, o l’agevolazione nella pratica del tombamento di calata Concenter.
I 30 indagati dell’inchiesta genovese
Ad essere indagati nell’inchiesta genovese sono lo stesso Matteo Cozzani che a Genova è indagato per corruzione aggravata dall’aver favorito Cosa nostra. Poi c’è Giovanni Toti indagato di corruzione semplice continuata, corruzione aggravata dall’aver agevolato la mafia e falso e anche falso per la vicenda delle discariche savonesi, Aldo Spinelli, indagato per corruzione e suo fratello Roberto Spinelli (corruzione).
C’è l’ex presidente dell’autorità portuale Paolo Emilio Signorini (corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio), gli imprenditori Luigi Amico (corruzione) Francesco Moncada (corruzione) Mauro Vianello (corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e corruzione), il consigliere regionale Stefano Anzalone, Domenico Cianci, Maurizio e Arturo Testa (voto di scambio aggravato dall’avere agevolato la mafia) e il consigliere comunale di Genova Umberto Lo Grasso (favoreggiamento), Venanzio Maurici (voto di scambio aggravato dall’avere agevolato la mafia), l’attuale commissario dell’authority del porto Paolo Piacenza (omessa denuncia) la funzionaria dell’Adsp Antonella Traverso (omessa denuncia) e ancora Ivana Catarinolo, Giovanni Di Carlo, Francesco Cornicelli, Biagio Zambitto, Giuseppe Soldano, Alessandro Cartosio, Francesco e Filippo Ania, Carmelo Griffo, Giovanni Ferroni, Santo Inturri, Elisabetta Pinna (voto di scambio). Nell’elenco ci sono anche l’editore di Primocanale Maurizio Rossi (finanziamento illecito) e Pietro Colucci (corruzione).
Gli 11 indagati della costola d’indagine rimasta alla Spezia
L’inchiesta sul ‘sistema Cozzani’ nello spezzino con 11 indagati: Matteo Cozzani accusato di corruzione e turbata libertà degli incanti e suo fratello Filippo Cozzani che fa l’imprenditore e gli imprenditori Raffaele e Mirco Paletti.
Ci sono Saverio Cecchi e Alessandro Campagna, rispettivamente presidente (oggi autosospeso) e direttore commerciale del Salone nautico di Genova, Ivan Pitto e Giovanni Olcese, Francesco Fiorino, Massimo Gianello e Filippo Beggi. I filoni d’inchiesta riguardano una serie di affari come installazione di pannelli a led, acquisizione di ristoranti, realizzazione di stabilimenti balneari sull’isola di Palmaria fino all’aumento esponenziale dei contributi regionali al Salone nautico in cambio di una fornitura di acqua in tetrapak per il fratello Filippo.
(da Genova24)
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