COSA HA DETTO CONTE SULLA ZONA ROSSA IN VAL SERIANA ALLA PROCURATRICE DI BERGAMO MARIA CRISTINA ROTA
AGLI ATTI NON RISULTANO RICHIESTE DELLA REGIONE LOMBARDIA PER L’ISTITUZIONE DI ZONE ROSSE… PROPRIO IN QUEL PERIODO CONTE AVEVA RICEVUTO LA RICHIESTA DELLA REGIONE DI PROROGARE QUELLA DI CODOGNO, MA MAI GLI FU CHIESTO DI INCLUDERE QUELLA DI ALZANO E NEMBRO
Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera oggi racconta cosa ha detto Conte sulla zona rossa in Val Seriana alla procuratrice di Bergamo Maria Cristina Rota nell’audizione in cui il presidente del Consiglio è stato ascoltato in qualità di testimone:
Ricostruisce quanto accadde tra il 3 e l’8 marzo e spiega che in quel momento «i contagi erano ormai estesi a numerosi paesi, quindi sarebbe stato inutile limitarsi a due sole aree». E assicura che il governatore Attilio Fontana e l’assessore Giulio Gallera «furono costantemente informati di ogni mossa». Saranno i magistrati a dover stabilire se questo ritardo di cinque giorni abbia provocato un aumento dei contagi da coronavirus, ma la sensazione che si ricava al termine di una giornata segnata anche dagli interrogatori dei ministri dell’Interno Luciana Lamorgese e della Salute Roberto Speranza — tutti come persone informate dei fatti — è che la difesa del governo sia stata convincente. […]
Nel corso dell’interrogatorio viene affrontato anche il rapporto tra scienziati e politici e Conte ribadisce quanto è ormai stato acclarato dalle verifiche svolte nei giorni scorsi ascoltando la versione del professor Brusaferro e quella del consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi: il parere del Comitato è consultivo ma non vincolante. Convocati dai magistrati anche i due scienziati hanno infatti ribadito che le loro «valutazioni servono a dare un indirizzo, ma alla fine l’ultima parola deve essere del decisore politico».
Del resto, come Conte ha detto più volte, «i virologi hanno come obiettivo soltanto l’effetto contenitivo, dunque giustamente dal loro punto di vista sollecitano un lockdown, noi dobbiamo affrontare le vicende nel loro complesso».
Agli atti dell’indagine non risultano richieste formali presentate dalla Lombardia per l’istituzione di “zone rosse”. Quando i pm ne chiedono conferma a Conte il premier dichiara: «Proprio in quel periodo avevo ricevuto dalla Lombardia la richiesta di prorogare la “zona rossa”a Codogno, ma mai mi fu chiesto di includere nell’area interdetta anche Alzano e Nembro. In ogni caso quando abbiamo fatto le nostra valutazioni le abbiamo condivise con la Regione».
Una linea confermata da Speranza quando ha spiegato che «i contatti con le Regioni e in particolare con la Lombardia sono stati costanti e continui nell’affrontare l’emergenza».
Ecco perchè, quando i pm chiedono al presidente di ricostruire quanto avvenne la notte fra il 7 e l’8 marzo, lui non ha esitazione a sottolineare che «anche in quell’occasione ci fu condivisione prima di arrivare alla decisione.
(da agenzie)
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