“COSTA TROPPO”: L’EXPO’ BLOCCO’ IL VIAGGIO IN GIAPPONE DELLA RACCOMANDATA DI MARONI. E IL GOVERNATORE NON PARTI’ PIU’
NUOVI SVILUPPI DELL’INCHIESTA IN CUI MARONI E’ INDAGATO: AL SUO POSTO FU INVIATO MANTOVANI
I biglietti erano già stati prenotati. Volo per Tokyo, andata e ritorno, più soggiorno al Park Hyatt Hotel: portare Mariagrazia Paturzo in Oriente, nella delegazione della Regione Lombardia impegnata nelle celebrazioni della Festa della Repubblica del 2 giugno scorso, sarebbe costato quasi 6mila 500 euro.
La trasferta era gestita dal ministero degli Esteri, però, e non faceva parte delle tappe del World Expo Tour.
Per questo i vertici di Expo 2015 si sono opposti a finanziare il viaggio alla donna, che per la Procura di Busto Arsizio sarebbe stata assunta nella società su pressione del governatore Roberto Maroni.
Così i biglietti già prenotati non vengono emessi, i soldi vengono bloccati e girati alla delegazione del vicepresidente Mario Mantovani, che parte per il Giappone al posto di quella del presidente. Perchè, dopo le tensioni con Expo, Maroni decide improvvisamente di non partire.
Resta in ambasciata a Berna, poi fa ritorno in Italia.
Partendo proprio dalle assunzioni di Mara Carluccio in Eupolis (società della Regione) e di Mariagrazia Paturzo in Expo, i carabinieri del Noe, coordinati da due pm della Procura di Busto Arsizio, Eugenio Fusco e Pasquale Addesso, hanno verificato come la Paturzo – oltre ad aver ottenuto un contratto presso l’Agenzia dei beni confiscati quando Maroni era ministro degli Interni – fosse presente alle due missioni del World Expo Tour, precedenti al viaggio a Tokyo, a Barcellona e Parigi.
In entrambi i casi è stata Promos (Camera di commercio) a farsi carico della spesa.
Per il viaggio a Tokyo, invece, sorgono i problemi: la missione non fa formalmente parte del World Expo Tour.
E da Expo fanno sapere al governatore che non sono contenti di questa spesa.
Sull’inchiesta i pm Fusco e Addesso mantengono il massimo riserbo, tanto da aver vietato ai giornalisti l’accesso in Procura.
Ma è un fatto che siano sfilati davanti agli investigatori molti testimoni in grado di chiarire cos’è successo in quei giorni di fine maggio: l’amministratore delegato di Expo, Giuseppe Sala; il direttore delle relazioni esterne Roberto Arditti e anche la portavoce di Maroni, Isabella Votino, sentita a metà luglio.
Nell’inchiesta sono indagati per induzione per costrizione Maroni e il capo della sua segreteria Giacomo Ciriello; il direttore di Eupolis, Alberto Brugnoli; e ora anche Mara Carluccio, per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente (stessa imputazione di Brugnoli).
Il manager è rimasto per oltre otto ore davanti ai pm, che stanno scavando anche su altre assunzioni negli enti regionali considerate anomale.
La gara per l’assunzione di Carluccio, per esempio, si è perfezionata in brevissimo tempo.
Per l’accusa, la candidata si sarebbe accordata, anche con sms, con Brugnoli per un compenso (29mila 500 euro annui) identico a quello del bando di gara.
Sandro De Riccardis
(da “La Repubblica”)
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