DOMANI LA RIFORMA ALLA CONSULTA MA CRESCE IL TAM TAM DEL RINVIO
DISCUSSIONE SUL PORCELLUM: PROBABILE SLITTI A GENNAIO/FEBBRAIO
Alla Consulta cresce il tam tam del possibile rinvio sul Porcellum.
Un gesto di savoir faire istituzionale per dire alla politica “fate presto a cambiare la legge elettorale, senno decidiamo noi”.
A 24 ore dall’udienza pubblica più attesa della stagione, si possono già mettere alcuni punti fermi.
A partire dai possibili schieramenti tra gli alti giudici — tre in sostanza —, al di là del rinvio che farebbe slittare la questione tra gennaio e febbraio 2014.
Un gruppo ritiene inammissibile la richiesta della Cassazione, perchè aggirerebbe il divieto di ricorsi alla Consulta presentati da un singolo cittadino.
Nel nostro caso l’avvocato Aldo Bozzi, che con altri 25 cittadini si è rivolto al tribunale di Milano per contestare premio di maggioranza abnorme e negazione delle preferenze.
Un altro gruppo di giudici ritiene che la questione sia ammissibile, ma di difficile soluzione, perchè se si tocca la legge, in tutto o in parte, poi bisogna riscriverla, perchè altrimenti il Paese resta senza una legge fondamentale.
Un terzo gruppo è convinto che Bozzi e la Cassazione — il relatore della prima sezione civile Antonio Lamorgese — abbiano ragione, che i due quesiti debbano essere entrambi accolti, e che, per il principio della “illegittimità consequenziale”, la bocciatura trascinerebbe il Porcellum verso una tombale incostituzionalità , facendo rivivere il Mattarellum per evitare il vuoto legislativo.
È la “riviviscenza”, principio che alcuni negano e che altri giudicano possibile alla luce della sentenza sul referendum scritta da Sabino Cassese nel 2013
Ma partiamo dalle ultime novità pratiche.
Domani — l’udienza è alle 9 e 30 — non ci sarà nessuno, tantomeno l’Avvocatura dello Stato per conto del governo, a difendere il Porcellum.
È un primo dato molto indicativo. Ci sarà , invece, l’avvocato Bozzi, che parlerà dopo il relatore Giuseppe Tesauro, il noto ex presidente dell’Antitrust.
A seguire, ecco altre 16 cause, tutti conflitti tra Stato e Regioni.
Un calendario così nutrito porterà a “sforare” nel pomeriggio (gli avvocati sono già stati avvisati) e comporterà il rinvio della camera di consiglio al giorno dopo, mercoledì. Il Porcellum è la prima questione, ma potrebbe anche diventare l’ultima per la sua rilevanza ed essere rinviata di una settimana solo per mancanza di tempo.
Se si discute, e c’è il rinvio, ovviamente il caso per il momento si chiude. Qualora prevalga la tesi che i tempi troppo lunghi della politica esigono un passo della Corte, si parte dall’ammissibilità .
Dove la tesi prevalente è che la questione sia ammissibile, anche perchè se non lo fosse vorrebbe dire che la legge elettorale non è “sindacabile”, è “immune” da qualsiasi intervento sulla sua costituzionalità e che la Consulta ha le mani legate proprio su una legge che può violare la Costituzione e danneggiare i cittadini
Alla Corte sottolineano che, qualora si decida sull’ammissibilità , si andrà avanti anche sul merito. Qui il vero problema è cosa resta della legge, e se ne resta una, dopo le cesoie della Corte.
Per questo si rafforza la tesi della riviviscenza che, come scriveva Cassese un anno fa, “non opera in via generale e automatica e può essere ammessa solo in ipotesi tipiche e molto limitate, e comunque diverse da quella dell’abrogazione referendaria.
Ne è un esempio l’ipotesi di annullamento di una norma espressamente abrogatrice da parte del giudice costituzionale”.
Sembra proprio la fotografia del Porcellum azzerato e che va rivivere il Mattarellum.
Liana Milella
(da “La Repubblica”)
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