E ALLA FINE I TRE CAVALIERI DELL’APOCALISSE SI METTONO IN POSA PER LA FOTO USO PIRLA
BERLUSCONI, SALVINI, MELONI: UNITI SOLO DALL’INTERESSE DI VINCERE IN SICILIA
Finisce a notte fonda con una grande torta bianca panna e fragoline, sulla quale campeggiano i volti dei tre leader Berlusconi, Salvini e Meloni riprodotti in foto.
Oltre a quello del padrone di casa, il candidato governatore Nello Musumeci.
Loro che lo mostrano ai fotografi prima di addentarla, dopo essersi appartati in veranda per parlare delle questioni più delicate, a cena terminata. Una cena assai allargata, con tanti dirigenti locali dei partiti. Troppi per farne il vertice del rilancio della coalizione. La leader di Fdi lo battezza già “patto dell’arancino” in uno slancio di entusiasmo, per Berlusconi come al solito “è andata benissimo”. Salvini è molto più cauto e rinvia i nodi a dopo le elezioni.
Sta di fatto che quanto meno una cena alla fine, in qualche modo, va in porto, terminata all’1,15, dopo due ore a tavola e una serie di rinvii.
Iniziata con un abbraccio un po’ forzato tra Berlusconi e Salvini, rivisti un anno dopo. E proseguita col menù a base di pesce, il Cavaliere seduto accanto a Giorgia, lei con Vittorio Sgarbi a sinistra (assessore in pectore ai beni culturali), Salvini di fronte, di fianco a Musumeci e col centrista Lorenzo Cesa – col quale nemmeno parla – poco più in là . Gianfranco Miccichè che in un’intervista in questi giorni aveva definito “Matteo meno simpatico di Bossi” invitandolo a tagliarsi la barba, presente anche lui, dal leghista non viene salutato nemmeno.
A un certo punto della sera sembra che la cena sia destinata a saltare.
I tre che giocano a nascondino. Salvini che se la prende comoda, dà forfait all’appuntamento delle 21, rinvia. L’anziano leader forzista che si indispettisce per “questi giochini”, resta in albergo a rivedersi in tv da Costanzo.
Finchè prima Meloni, poi Berlusconi, infine lo stesso leghista si materializzano dopo le 23 alla Trattoria del Cavaliere, quartiere Belillo, centro storico di Catania.
Il tutto, al termine di una giornata convulsa fatta di tre distinti comizi in sostegno di Musumeci, su palchi rigorosamente separati.
Berlusconi per evitare altri equivoci pretende che almeno a notte fonda escano tutti insieme, dopo aver mangiato cernie all’acqua pazza, arancini, bevuto bianco.
All’uscita una sfilza di selfie. Berlusconi si piazza in mezzo a camerieri e cuochi, “ora fate così: alzate tutti le braccia”
Come è andata? “Benissimo, molto bene. Come sempre quando ci incontriamo” risponde ai giornalisti l’ex premier lasciando il locale al fianco di Meloni. “E’ vero o no, Giorgia?” “Andiamo d’accordo…”, dice lei. E lui riprende: “Ma tra noi non c’è mai stato niente, sono stati i giornali a inventare lontananze che non ci sono mai state. Ci sentiamo per telefono, ci incontriamo e quando ci incontriamo stiamo molto bene insieme. Il patto? “Era già siglato, abbiamo gettato le basi del percorso per vincere le elezioni”, sono le ultime parole di Berlusconi prima di risalire in auto all’1.30.
Salvini evita toni trionfalistici, rinvia le partite delicate alle prossime settimane. “Non abbiamo mai parlato di ministri, viceministri, Consiglio dei ministri: è l’ultima cosa che mi interessa. Io ero qui per Musumeci, che sarà il prossimo governatore della Sicilia – spiega l’eurodeputato milanese quando lascia la trattoria sotto una luna piena – Con Silvio? Non ci vedevamo da un anno. Per gli accordi ci sarà tempo, torneremo a vederci dopo le regionali siciliane”.
Le ultime ore della campagna siciliana le trascorre nell’isola, passando da Augusta prima di rientrare a Roma e spostarsi a Ostia per chiudere anche lì la campagna ma per le comunali.
La fondatrice di Fratelli d’Italia, venuta con Ignazio La Russa, si mostrerà la più entusiasta al termine. “E’ ancora presto per dire che abbiamo chiuso l’accordo sul programma di governo. Quello che volgiamo costruire è un programma serio e concreto che non si esaurisce in una cena alle 11 di sera. Credo che la volontà di dare all’Italia un governo di patrioti sia comune – spiega Giorgia Meloni – Non abbiamo di parlato premiership, di nomi, ma di obiettivi da darci”.
E il patto dell’arancino? “E’ un’idea mia. Gli arancini ce li siamo anche mangiati quindi assolutamente patto dell’arancino”.
Spenti i riflettori sui big, adesso la partita si gioca tutta in Sicilia, in quello che appare – ultimi sondaggi alla mano – sempre più come un braccio di ferro tra grillini e un centrodestra che tenta il colpaccio per risalire la china e tornare al governo.
A Palermo come a Roma.
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply