E ALLA FINE LA LEGA VOTERA’ PER LA VON DER LEYEN PER NON GIOCARSI LA POLTRONA DI GIORGETTI
NONOSTANTE LA CANDIDATA ALLA PRESIDENZA OGGI ABBIA ANNULLATO L’INCONTRO CON IL GRUPPO DELLA LEGA DOPO LA VICENDA DI RUBLI DALLA RUSSIA… E I VOTI SI SALVINI NON SARANNO NEANCHE DETERMINANTI E NON CONTERANNO UNA MAZZA
Alla vigilia del voto si materializza l’incredibile: gli europeisti cercano di fare fronte comune per allontanare i sovranisti, ma Salvini valuta il sì come i 5s.
E a Strasburgo la presidente designata rischia di prendere più voti delle aspettative iniziali §
Alla fine, al Parlamento europeo, l’affare von der Leyen si presenta un po’ come la plastilina: si fa e si disfa, produce risultati incredibili.
Alla vigilia del voto che domani a Strasburgo dovrebbe ratificare la nomina della presidente designata alla Commissione europea, intorno a von der Leyen maturano i sì. Solo qualche giorno fa, stentava a far fiorire una maggioranza.
Se le informazioni della vigilia verranno confermate, domani dovrebbero votare a favore tutti gli eurodeputati italiani, maggioranza e opposizione, dalla Lega di Matteo Salvini al Pd di Nicola Zingaretti, passando per i cinquestelle e Forza Italia.
Solo gli eletti di Fratelli d’Italia dovrebbero votare no. E in questo modo Ursula von der Leyen ‘rischia’ di incassare una vagonata di voti, molti di più delle aspettative.
Che è successo?
Partiamo dal gruppo dei ‘Socialisti & Democratici’. In serata, si riuniscono all’Europarlamento a Strasburgo nel tentativo di cercare di ridurre i mal di pancia interni. Il capo delegazione del Pd Roberto Gualtieri spiega che però ora la valutazione è “positiva, come gruppo abbiamo aperto un nostro negoziato con von der Leyen e lei ci ha risposto con una lettera in cui parla di flessibilità , di sussidio di disoccupazione europea. E poi parla alle forze europeiste: questo è il discorso che ci aspettiamo domani, farà un discorso europeista”.
Nel giro di pochi giorni il Pd passa da una valutazione negativa — dopo l’audizione con von der Leyen la scorsa settimana a Bruxelles — ad una valutazione positiva. E’ quasi un sì, diventerà ufficiale domani anche se anche nella stessa delegazione italiana restano forti le perplessità .
E più in generale tra i socialisti alcune delegazioni sono irremovibili. I tedeschi confermano il loro no. Ecco la loro posizione: “La nomina di von der Leyen non rispetta il metodo dello Spitzenkandidaten e minaccia la credibilità delle elezioni europee. Per noi gli interessi nazionali non dovrebbero prevalere sulla democrazia europea”. Ce l’hanno con Emmanuel Macron che ha confenzionato il pacchetto trattando anche con i paesi di Visegrad, a cominciare da Viktor Orban. Ma ce l’hanno anche con Pedro Sanchez, che ha avuto il compito di trattare per tutti i socialisti in Consiglio europeo. Oltre ai tedeschi, anche i belgi, i greci, i francesi dovrebbero votare no. In bilico i laburisti di Jeremy Corbyn.
Ecco, ma perchè la maggioranza dei socialisti alla fine vota sì? “Scegliamo in base ai contenuti”, insiste Gualtieri facendo riferimento alle risposte inviate per lettera da von der Leyen. Ma c’è qualcos’altro: il rischio che i voti sovranisti si andassero a sostituire a quelli dei socialisti contrari. Un rischio da arginare, si è deciso. Tanto che ora la maggioranza europeista — socialisti, Ppe e liberali — prova a rialzarsi, scommettendo sulla presidente. Se ci saranno i voti dei leghisti saranno aggiuntivi, è il ragionamento.
Il punto però è che domani potrebbe materializzarsi l’incredibile. Tutti gli eurodeputati italiani potrebbero votare allo stesso modo, maggioranza e opposizione, con eccezione degli eurodeputati di Fratelli d’Italia.
Salvini ufficialmente ancora non ha deciso. “Stiamo valutando”, dice, non senza qualche frecciatina alla presidente tedesca che ha fatto saltare l’incontro con il leghista Marco Zanni oggi a Strasburgo anche per via delle polemiche sui fondi russi per il Carroccio. Ma Salvini ha la necessità di ‘piazzare’ il suo fedelissimo Giancarlo Giorgetti in squadra con von der Leyen a Palazzo Berlaymont. E possibilmente con un portafoglio importante.
Un sì alla presidente sarebbe un segnale per piantare la trattativa su basi più o meno solide, anche se sul commissario c’è sempre il voto dell’Europarlamento in agguato dopo l’estate.
Lo stesso Gualtieri avverte: “Domani c’è un voto, ma poi a ottobre c’è il voto dell’Europarlamento sulla presidente e tutta la sua squadra…”.
Ad ogni modo, Salvini valuta il sì. Esigenze che la sua alleata sovranista Marine Le Pen non ha: il Rassemblement National è all’opposizione in Francia, anzi ha necessità di distinguersi nel voto da Macron. Dunque i lepenisti sono sul no, come i tedeschi di Afd.
Insomma, il gruppo sovranista di Identità e democrazia potrebbe dividersi sul voto. Anche i cinquestelle dovrebbero votare a favore: stasera il premier Giuseppe Conte ne ha parlato con Angela Merkel al telefono.
Domani, il verdetto. Ma potrebbe davvero succedere che, per ragioni diverse se non opposte, tutti gli eletti italiani all’Europarlamento si ritrovino dalla stessa parte della barricata: il Pd insieme a Lega, Cinquestelle e Forza Italia.
Chi l’avrebbe mai detto?
(da “Huffingtonpost”)
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