FELTRI NON L’HA PRESA BENE E SFODERA LA SUA CLASSE: “IL COMUNISMO E’ UNA MALATTIA MENTALE E L’EMILIA ROMAGNA E’ UN VIVAIO DI RICICLATI”
I SOVRANISTI PENSANO DI ANALIZZARE UNA SCONFITTA INSULTANDO GLI ELETTORI
C’è chi perde e mantiene un aplomb di classe. Poi c’è chi, come Vittorio Feltri, che dopo aver caricato di aspettative il voto regionale in Emilia-Romagna, invece di ammettere la sconfitta e concedere ai ‘rivali’ l’onore delle armi, parte all’attacco con insulti vari.
Il direttore di Libero lo ha fatto due giorni dopo i risultati che hanno visto il successo di Stefano Bonaccini — e della coalizione di Centrosinistra — a Bologna e dintorni. Per non farsi mancare nulla, usa parole come: «Comunismo malattia mentale». E non finisce qui, come direbbe il compianto Corrado Mantoni.
Un editoriale al veleno, quello scritto da Vittorio feltri e pubblicato su Libero del 28 gennaio 2020, che parte da una verità , per poi travalicare i classici confini del buonsenso e andare al contrattacco usando il classico gergo di chi non accetta la sconfitta: «Una impresa storica o una semplice conferma che l’Emilia Romagna è un vivaio di riciclati, passati disinvoltamente da Stalin a Occhetto, e da questi, strada facendo, sono arrivati, in una decrescita qualitativa, a Zingaretti?».
Doveva essere il chiavistello per aprire le porte del governo, l’Emilia-Romagna, ma ora che la Lega ha perso (così come il centrodestra) ecco che iniziano gli insulti.
Il tutto prosegue con queste parole: «Il comunismo a mio modesto avviso non è una fede politica, bensì una grave malattia mentale da cui si può migliorare, non guarire. […] . Figuriamoci se un popolo che si fece ammaliare dal marxismo sia disposto a salire in massa sul Carroccio fondato da Bossi e rifondato da Salvini».
Insomma, argomenti pregni di significato, come l’utilizzo di quel «Comunismo malattia mentale» su cui Vittorio Feltri ha voluto mettere il proprio timbro.
Il popolo, però, quello che i sovranisti vogliono continuamente chiamare alle urne quando sono all’opposizione, si è espresso.
Volente o nolente, dunque, il loro volere deve essere rispettato. E non a giorni alterni.
(da “NextQuotidiano“)
Leave a Reply