FICO FURIOSO PER LA STORIA DELLA COLF IN NERO DELLA COMPAGNA: “DIETRO C’E’ UNA MANINA INTERNA AL M5S”
“POCHI SAPEVANO DELLO SCAMBIO DI FAVORI”
«Se pure i due collaboratori domestici di cui parlano Le Iene non avessero un regolare contratto, tutto ciò non è accaduto nella residenza di Roberto Fico a Roma, ma nell’abitazione di Napoli della compagna. Fico poteva non sapere».
La reazione del MoVimento 5 Stelle alla storia della colf in nero della compagna del presidente della Camera è identica a quella di altri casi simili: mentre se si tratta di un avversario valgono le parentele fino al novantesimo grado, quando sono i nostri a finire nei guai è il momento dei distinguo.
Il servizio delle Iene andato in onda ieri sera ha confermato per filo e per segno le anticipazioni di ieri, che in altri paesi hanno portato ministri e membri di governo a precipitose dimissioni.
In Italia, invece, nessuno invece si è mai dimesso per cose come queste e il MoVimento 5 Stelle si inserisce perfettamente nella linea generale della politica nostrana dalla prima Repubblica alla presunta terza.
Il Messaggero ci racconta le reazioni del presidente della Camera e di chi gli è vicino all’anticipazione del servizio uscita qualche giorno fa sui giornali:
Il 25 aprile quando le Iene lo avevano raggiunto a Roma nel mezzo del delicato mandato esplorativo, Fico si era congedato dagli inviati delle Iene con un sorriso. Ma spente le telecamere, era poi montato su tutte le furie. «È stato un atto di sciacallaggio», è stato lo sfogo consegnato agli amici.
Tanto che chi lo conosce bene avanza dei sospetti. «Se tra la sua compagna e l’amica c’era uno scambio di favori, potevano saperlo in pochi. Temo che dietro questo brutto scherzo ci sia una manina interna».
Adirato per quella che considera un’indebita incursione nella sua vita privata, il presidente della Camera ha seguito la messa in onda del servizio delle Iene sicuro di aver detto la verità : «Non c’era nessun contratto, tra Yvonne e Imma c’era uno scambio di favori in amicizia»
Fico, com’è suo costume e seguendo una strategia tipica del M5S, “lascia andare” le domande fondamentali che dimostrano che non è un affare di Yvonne quello che ha coinvolto Imma: è vero che la “paga” della colf è scesa da 700 a 500 euro, e contestualmente 200 euro sono finiti all’altro presunto collaboratore ucraino al quale Roberto Fico ha detto di fare beneficenza?
E soprattutto: la colf avrebbe mentito sponte sua nel dire alle Iene che aveva un regolare contratto di lavoro?
I giornalisti della Stampa si sono spinti invece fino a casa del presidente della Camera per chiedere lumi, inutilmente:
I vicini di casa rispondono tutti allo stesso modo, sempre poco preciso: «Deve salire, in alto, il nome è scritto sul citofono». Nessuno, invece, sembra conoscere la fantomatica Imma, la presunta collaboratrice domestica che, secondo Le Iene, aiuterebbe in casa la compagna di Fico. Qualcuno, ironico, risponde: «Conosco un Roberto, abita qui ma è mio figlio, fa l’avvocato. Va bene lo stesso?».
Quando finalmente si arriva a casa Fico, al citofono risponde una donna dalla voce gentile, che diventa più dura quando le viene chiesto un commento sulla vicenda della presunta colf che, secondo il programma di Italia 1 sarebbe pagata in nero. «No, non devo commentare niente». Poi, incalzata, la donna tronca la conversazione. Qualcuno che entra nel parco, incuriosito, chiede: «Chi cercate?» «Roberto Fico, lei lo conosce?». «No, mai visto».
La ragazza tra l’altro nel servizio dichiara di essere in servizio (e in regola) in casa della compagna di Roberto Fico da sei anni. E a parlare, secondo la ricostruzione presentata nel servizio delle Iene, è un vicino di casa, non certo una “manina” interna al MoVimento 5 Stelle.
Certo, tutto questo può essere falso e davvero può essersi mossa una “fonte interna” al M5S.
Questo dimostrerebbe che dietro la facciata di unità cova sempre il fuoco del tradimento interno. Un po’ come nella Democrazia Cristiana dei bei tempi.
Libero invece cita l’art. 22 comma 12, del Testo Unico sull’Immigrazione come modificato dall’art.18 della Legge Bossi- Fini (L.30 luglio 2002, n. 189).Tale norma sanziona il comportamento del datore di lavoro che occupa alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno idoneo allo svolgimento di regolare attività lavorativa ovvero il cui permesso sia scaduto e del quale non sia stato chiesto, nei termini di legge, il rinnovo, revocato o annullato, stabilendo che egli è punito «con l’arresto da tre mesi a un anno e con l’ammenda di euro 5.000 per ogni lavoratore impiegato».
Mentre Paola Mandarini di Assindatcolf ieri sera proprio alle Iene ha spiegato che se il compenso è quello di 500 euro dichiarato dalla stessa Imma nell’intervista “rubata”, ci troviamo al di sotto dei limiti di legge per i collaboratori domestici.
Ieri si diceva che Fico avrebbe parlato dopo la messa in onda del servizio delle Iene, ma dalle parti del presidente della Camera ancora tutto tace.
Intanto la senatrice Paola Nugnes, napoletana e vicina al presidente della Camera, è una delle poche a parlare pubblicamente dei fatti, ma con una tesi già conosciuta: le Iene si muovono per conto di Berlusconi.
(da “NextQuotidiano”)
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