FINALE EMILIA: A SETTE MESI DAL TERREMOTO IL PAESE RINASCE
UN PICCOLO MIRACOLO: NON C’E’ PIU’ NESSUNO SOTTO LE TENDE
Sette mesi dal terremoto che ne aveva fatto un comune-simbolo perchè fra i più colpiti dalle scosse, Finale Emilia diventa invece il simbolo della rinascita.
LA BUONA NOTIZIA
E’ sotto gli occhi di tutti un piccolo miracolo. Da 2200 persone sistemate nelle tendopoli della prima ora oggi, 14 dicembre, siamo al punto zero.
Cioè: niente più campi e quindi nessuna famiglia sotto le tende. Di più: non c’è nessun nucleo familiare nei moduli abitativi. Nessuno. S
oltanto 38 famiglie sono ancora provvisoriamente in albergo ma per tutte loro sono già stati individuati e presto saranno assegnati gli alloggi (veri, non moduli).
LA CATTIVA NOTIZIA
Fin qui la buona notizia. Ma ce n’è anche una cattiva.
Il fuoristrada dei volontari del Gruppo comunale della Protezione Civile, una vecchia Tata indiana avuta grazie ai finanziamenti di una fondazione locale, è praticamente fuori uso.
Non va più, anche per l’utilizzo intenso che ne è stato fatto nei mesi post-terremoto.
«E’ diventata troppo vecchia e ogni volta che si pianta per strada il meccanico ci costa 1000-1500 euro che non possiamo permetterci. Purtroppo dobbiamo rottamarla» spiega Marco Cestari, coordinatore del Centro operativo comunale della Protezione Civile.
L’APPELLO
Il fatto è che i volontari (già non pagati) non hanno un centesimo da investire e però non possono rimanere senza un mezzo fuoristrada.
Anche perchè ci sono le cosiddette e riconosciute “criticità idrauliche” in tutte le aree terremotate per le quali è indispensabile, semmai servisse un intervento (per esempio a seguito di un alluvione), avere un mezzo come la Tata o qualunque altro fuoristrada a disposizione.
«Ci serve una macchina che possa trainare le autopompe nel caso di un allagamento controllato» spiega Cestari.
«Non importa che sia vecchio e non ci interessa lo stato dell’abitacolo o gli optional. A noi serve solo che funzioni e magari c’è qualcuno che ci può aiutare. Un aiuto sarebbe un magnifico regalo di Natale…».
(da “il Corriere della Sera“)
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