FINI CONDANNA LOLLOBRIGIDA: “HA DETTO UNA COLOSSALE SCIOCCHEZZA” E SULLA FUGA DELLA SPIA RUSSA: “FALLA NEL SISTEMA DI CONTROSPIONAGGIO ITALIANO, NON MI CONVINCE QUELLO CHE DICE IL GOVERNO”
CRITICHE ANCHE A LA RUSSA: “SU QUESTIONI IMPORTANTI COME VIA RASELLA NON SI PUO’ SCHERZARE”
Gianfranco Fini ha condannato le parole di Francesco Lollobrigida a proposito della sostituzione etnica. L’ex segretario di An, intervistato da La7, ha però minimizzato: “Lollobrigida ha detto una colossale sciocchezza, io non lo conosco, ai miei tempi era un ragazzo. Lasciamo perdere la macchina del fango che è un’altra cosa. L’ammissione di ignoranza? Prendiamone atto, uno scivolone, è capitato e capiterà a tanti”.
“Ma cerchiamo di stare più in alto, il tema c`è, è giusto prevedere sgravi per le famiglie che mettono al mondo più bambini ma il tema immigrazione anche questo governo continua a guardarlo da un lato, ovvero evitiamo che le frontiere siano un colabrodo, che è un problema di tutta l`Ue. Il flusso migratorio è aumentato a dismisura, serve un piano Mattei, ma, attenzione, vogliamo porci il problema di come si diventa italiani e questo lo deve fare la destra”.
“An era molto più avanti di oggi su questo, poniamoci il problema di come si diventa italiani, allora lo Ius soli l’Italia non se lo può permettere ma An presentò diverse proposte di legge sullo Ius scholae. Quindi chi nasce in Italia chiede di diventare cittadino? Dimostri di conoscere lingua e storia italiana, faccia un giuramento di fedeltà ai valori della Costituzione”.
Gianfranco Fini ha poi parlato delle celebrazioni del 25 aprile e delle polemiche sulla pessima uscita di Ignazio La Russa a proposito dei fatti di via Rasella. “Vorrei un 25 aprile, come credo tutti gli italiani, non all’insegna di una pacificazione, di un `vogliamoci bene´. I fascisti che erano rimasti tali consideravano ancora alleati i tedeschi, collaborarono anche ad alcune stragi. Su questioni importanti come la strage di via Rasella non si può fare battute o scherzare. La Russa, che è uomo intelligente, si è reso conto di aver preso una cantonata”.
“Nel 1945 c’era chi stava dalla parte giusta e chi no. Stare però dalla parte sbagliata non può essere una colpa da far ricadere oggi sui nipoti”.
CASO USS: FINI, FALLA NEL SISTEMA DI CONTROSPIONAGGIO ITALIANO
“Allora – ha aggiunto Fini – se Uss aveva questo braccialetto, quando è scappato è scattato l’allarme. E lì chi è intervenuto? Oppure, come io credo, quel braccialetto è stato disattivato. Il controspionaggio italiano dov’era? E se c’era, dormiva? Quando Uss arriva a Mosca ringrazia gli amici “preparati e capaci che mi hanno aiutato”.Qualcuno tiene carte coperte. Spero di essere smentito. Il controspionaggio è possibile che non si sia reso conto di questo signore. Non è la fuga di un ladro di polli”. All’intervistatrice che chiede si sia trattata di una falla nel servizio di controspionaggio, Fini risponde: “sì, non mi convince quello che il governo dice”.
(da agenzie)
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