FIRENZE: DIENE UCCISO CON TRE COLPI DI PISTOLA, L’ULTIMO SPARATO A BRUCIAPELO ALLE TESTA QUANDO ERA ORMAI A TERRA: BASTA CON LE VERSIONI DI COMODO
CHI VUOLE SUICIDARSI SI SPARA UN COLPO, NON VA IN CERCA DI GENTE DA AMMAZZARE E LI SELEZIONA PURE… CONTINUA LA PROTESTA DELLA COMUNITA’ SENEGALESE, IN CENTINAIA URLANO CORI CONTRO SALVINI, SOLO L’IMAN RIESCE A RIPORTARE LA CALMA… UNA INVIATA DEL PARLAMENTO DI DAKAR RICEVUTA DALLE AUTORITA’ ITALIANE
Doveva essere soltanto un presidio sul ponte Vespucci, per radunarsi lì davanti ai fiori e ai biglietti di scuse: “Caro Idy scusa per questa fine orrenda”, “Idy perdonaci” e tulipani arancioni e rose bianche e gerbere su una sedia di formica, o attaccati alla ringhiera verde del ponte sull’Arno.
Dovevano ritrovarsi lì per un ricordo, quelli della comunità senegalese. Ma la manifestazione è stata un crescendo di tensione.
“E’ un delitto razzista” ha gridato uno e un altro: “Uccidete sempre noi”.
Idy Diene, 53 anni è morto 24 ore prima su quello stesso ponte: con cinque colpi di pistola, tre dei quali a segno, uno sparato a bruciapelo, alla testa, quando l’ambulante senegalese era già a terra.
A confessare l’assassino subito dopo essere stato bloccato e arrestato, è stato Roberto Pirrone, 65 anni, ex tipografo in pensione.
La manifestazione di oggi era iniziata da pochi minuti quando il sindaco, Dario Nardella, è stato costretto ad allontanarsi perchè contestato con insulti e spinte sia dagli stessi immigrati, sia da alcuni italiani. “Vai via, razzista”, gli hanno gridato i manifestanti. Nardella è stato anche raggiunto da uno sputo: autore del gesto un giovane italiano esponente dei centri sociali già identificato.
Poco dopo i manifestanti hanno tentato di spostarsi sui lungarni. Intanto, però, un altro gruppo formato quasi completamente da senegalesi è rimasto sul ponte: circa 200 persone hanno iniziato un’assemblea in lingua italiana dove si parla dell’omicidio di ieri e si criticava fortemente la cultura del razzismo.
Cori contro Matteo Salvini (della Lega). Tra ponte Vespucci e il lungarno Vespucci hanno partecipato centinaia di persone per la maggior parte immigrati africani.
A calmare i manifestanti la richiesta di pregare dell’imam di Firenze Izzedin Elrir.
Al suo richiamo, decine di senegalesi si sono inginocchiati e hanno iniziato la preghiera. “Ho ricordato loro che la nostra fede religiosa ci dice che quando c’è un defunto bisogna pregare Allah e non alzare la voce o, peggio ancora, usare violenza. Hanno capito. Ho anche detto che l’anima di Idy Diene viene accettata in paradiso e Allah provvederà a cancellare i suoi peccati casomai li avesse”, ha poi spiegato Elzir. L’imam ha annunciato che i funerali di Diene saranno celebrati in Senegal ma la decisio definitiva ci sarà solo quando la salma verrà restituita alla famiglia.
Tra i senegalesi di Firenze è ancora lacerante e doloroso, comprensibilmente, il ricordo di Diop Mor e Samb Modou, due immigrati uccisi da Gianluca Casseri, un attivista di CasaPound.
Una delegazione senegalese che comprende il console onorario a Firenze, Eraldo Stefani e la deputata dell’Assemblea nazionale senegalese, Mame Diarra Fam, è stata ricevuta a Palazzo Sacrati Strozzi dall’assessore regionale alla presidenza, Vittorio Bugli.
“Non vogliamo che quanto è successo sette anni fa in piazza Dalmazia e ieri sul ponte Vespucci, accada ancora. Chiediamo che tutto questo finisca, una volta per sempre”, ha detto la deputata in un italiano fluente e corretto.
Mame Fam, che indossava una fascia a strisce rossa, gialla e verde, i colori della bandiera del suo Paese, ha poi aggiunto di non credere alla casualità , quanto piuttosto alla premeditazione, ma di aver fiducia che saranno gli inquirenti italiani a fare chiarezza su questo punto.
(da agenzie)
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