“FLUSSI DI MIGRANTI, LE ONG NON C’ENTRANO: AUMENTO DIPENDE DA ACUIRSI DELLA CRISI”
UNO STUDIO DELLA GOLDSMITHS UNIVERSITY CONTRADDICE LA TESI DI FRONTEX SUI “VIAGGI DELLA SPERANZA”
Gli sforzi delle organizzazioni non governative nel salvataggio dei migranti che attraversano il Mediterraneo non rendono questi viaggi più numerosi nè più pericolosi. Al contrario le Ong hanno svolto un ruolo fondamentale dopo che l’Europa si e’ sostanzialmente disimpegnata con la conclusione dell’operazione Mare nostrum.
E’ questo il risultato della ricerca effettuata dalla Goldsmiths University di Londra che ha analizzato i rilievi mossi da Frontex, dalla Guardia costiera e da alcune parti politiche secondo cui le attivita’ di ricerca e salvataggio delle navi umanitarie costituirebbero un fattore di attrazione e che le Ong incoraggerebbero i trafficanti a utilizzare modalità di viaggio più pericolose, provocando un più alto numero di vittime.
Lo studio ritiene provato che non sia così. Infatti, come ha rilevato anche Frontex, l’aumento degli arrivi nel 2016 è stato in linea con le previsioni fatte l’anno precedente quando le Ong non svolgevano questa attività e in linea, ad esempio, con l’aumento del 46 per cento dei viaggi tra il 2015 e il 2016 dal Marocco in un’area in cui le navi umanitarie non svolgono attività di ricerca.
Dice Lorenzo Pezzani, autore del report presentato questa mattina nella sede della Stampa estera a Roma alla presenza di esponenti di diverse Ong: “Semplicemente l’evidenza non supporta l’idea che i soccorsi delle Ong aumentino il numero dei viaggi. Gli argomenti contro le Ong ignorano deliberatamente l’acuirsi della crisi economica e politica in molte regioni dell’Africa che è alla base dell’aumento dei viaggi nel 2016. Le violenze contro i migranti in Libia sono così pesanti che i migranti tentano la fuga in mare con o senza la presenza di navi umanitarie pronte a salvarli”.
L’analisi esclude poi che i soccorsi delle Ong così ravvicinati alle coste libiche siano la causa delle pessime condizioni delle barche che vengono utilizzate per i viaggi.
Le modalità dei viaggi sono sempre peggiorate da quando in Libia è esplosa la guerra civile.
Nel frattempo l’operazione Eunavformed ha avuto un impatto importante sulle tattiche dei trafficanti perchè ha intercettato e distrutto moltissimi barconi di legno obbligando i trafficanti ad utilizzare piccoli gommoni fatiscenti.
Anche l’uso della violenza da parte della Guardia costiera libica quando intercetta i natanti costituisce un alto fattore di rischio. Spiega il ricercatore della Goldsmiths Charles Heller: “La nostra analisi dimostra che il tasso di mortalità dei migranti è costantemente diminuito nei periodi in cui operano le navi delle Ong ed è invece aumentato in loro assenza”.
I ricercatori concludono affermando che quelli che accusano le Ong hanno scelto di ignorare il ruolo che gli altri che operano nel Mediterraneo, a cominciare da Frontex, hanno avuto nel rendere più pericolosi i viaggi dei migranti. Dice Heller: “Se questa
campagna di discredito contro le Ong riuscisse a diminuire o a bloccare le loro attività , ci sarebbe un rischio reale che moltissimi migranti che attraversano il Mediterraneo possano perdere la vita, esattamente come accadde nel 2014 alla fine dell’operazione Mare nostrum”.
(da “La Stampa”)
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