FORCONI, FORCHETTE E FORCAIOLI: LA DESTRA ALLO SBANDO
TRA “PESCA DELLE OCCASIONI”, MITI INCAPACITANTI E GUARDIANI DI UNA RIVOLUZIONE MAI FATTA
Non so quanti di coloro che oggi a destra (in senso lato) mostrano entusiasmo per le manifestazioni di piazza (che stanno costando “una cifra” alla nostra economia già dissestata e alle tasche dei privati cittadini) abbiano seguito il lancio dell’iniziativa dei cosiddetti Forconi nelle settimane precedenti.
Chi, come noi, l’ha fatto, era consapevole che sarebbe accaduto esattamente quanto sta avvenendo.
Perchè, attraverso il web, si poteva notare che l’occasione sarebbe stata sfruttata da una miriade di piccoli gruppi, emaginati dal dibattito politico e caratterizzati da rivendicazioni di categoria quando non localistiche.
Il marchio dei Forconi siciliani di per sè era debole e con precedenti ambigui (compresa una candidatura del loro leader in Forza Italia).
Non solo: gli autotrasportatori siciliani aderenti ai Forconi sono poca cosa rispetto ai loro colleghi aderenti alla Cna-Fita che non a caso sottolinea: “si sta cercando di rianimare un tentato blocco dei mezzi che è fallito clamorosamente. E’ intollerabile la penosa ‘ciambella politica’ che da più fronti si sta cercando di gettare a Trasportounito e a chi ha palesemente tentato di strumentalizzare le istanze degli autotrasportatori per fare la rivoluzione”.
E lo stesso Berlusconi che tutto è, salvo che fesso, poco fa ha rinviato l’annunciato incontro con la categoria per non giocarsi i voti degli altri.
Per chi non lo sapesse, il primo giorno di “mobilitazione” dei Forconi in Siclia ha visto la presenza di sole 20 persone in piazza a Palermo….
Ma il loro annuncio “fermeremo l’Italia con i Tir” (che poi non si sono visti) ha permesso a una miriade di “cani sciolti” di usare in franchising la sigla.
Il risultato è che poche migliaia di persone disseminate per la penisola hanno avuto quella “copertura” che altrimenti non avrebbero avuto.
Ecco così convergere i gruppi più svariati, sedicenti di destra e di sinistra, comitati locali, ecologisti, esperti economici dei grandi sistemi, anti-euro, anti-governisti, anti-Ue, anti-Merkel, curve da stadio, studenti in libera uscita, pensionati in cerca di alternativa ai giardinetti, grillini che finalmente possono insultare qualcuno di persona e non solo tramite Fb.
Poche persone che hanno aggregato intorno a sè chi ha mille motivi per protestare e che è in perfetta buona fede: peccato che nessuno gli abbia spiegato che bloccare un incrocio è un reato e che alla fine si troverà sul groppone pure le spese delll’avvocato per difendersi in tribunale.
Ma veniamo all’atteggiamento tenuto dalla presunta destra italiana.
In simbiosi, come sempre, grillini e Berlusconi: essendo la protesta “contro il governo”, hanno cercato di metterci subito il cappello.
Peccato che uno abbia governato per 8 degli ultimi 10 anni e che l’altro al governo non abbia voluto andarci, rinunciando a cambare le cose.
Passando alla destra piu tradizionale vediamo le reazioni per soggetti caratteriali.
il destro politico: è colui che si affaccia dal palazzo del Comune di Torino e si sbraccia per esprimere solidarietà a coloro che manifestano al grido “tutti i corrotti a casa”, dimenticando che nel proprio partito molti “fratelli” sono inquisiti per aver fatto uso personale dei fondi del gruppo
il destro braccio a molla: è colui che non riesce a trattenere braccio e avambraccio e solitamente riesce sempre a rovinare qualsiasi tentativo di infiltrazione. Ma che soddisfazione poter mostrare la foto che lo ritrae su “La Stampa” il giorno dopo agli amici e poter dire: “io c’ero”
Il destro da curva stadio: amante dei simboli e del casino, lo trovi sempre quando c’è da intonare cori e lanciare ortaggi (e altro) alle forze delll’ordine. Letture poche, salvo quella della formazione della squadra del cuore (comprese le riserve)
Il destro economista: ti fa una testa così sul signoraggio, sulla sovranità nazionale espropriata, sulle lobbie bancarie, sul debito pubblico da disconoscere, sugli interessi usurari che paghiamo. Bloccando anche solo un incrocio (cosa che normalmente però fa fare ad altri) ti convince che puoi cacciare Letta, annichilire la Merkel, radere al suolo le banche in tutto il pianeta, ristabilire l’ordine cavalleresco e sotterrare il gruppo Bilderberg. Ultimamente frequenta anche i meet-up grillini e gira con la doppia tessera.
Il destro infiltrato: è colui che non aggregando con le proprie idee e il proprio programma, vive annusando l’aria e si propone come capopopolo di iniziative altrui. Un Berlusconi o un Grillo della Garbatella, scarsi risultati ma l’impegno ce lo mette e magari una citazione sul giornale lo rimedia.
Il destro tricolore: lo riconosci dagli occhiali da miope, non vede più lontano dal naso. Laddove vede sventolare un tricolore e non ci sono bandiere rosse si butta a pesce e prende la tessera number one. Non gli interessa capire cosa ci sia dietro, si accontenta che non ci siano comunisti, zingari e immigrati. Si entusiasma facilmente e ogni volta prende una cantonata: solitamente lo riconosce non prima di sei mesi, quindi non discutete con lui fino alla scadenza del termine.
Il destro olandese: forse è il più di destra di tutti. Oggi era a bordo di un pullman di tifosi dell’Ajax, giunti a Milano in vista della partita con il Milan di stasera.
Stufi di essere bloccati dal traffico, i tifosi olandesi sono scesi e si sono diretti verso i manifestanti lanciando lattine di birra e urlando insulti. Sono volati calci, pugni, spintoni. La rissa è stata interrotta dalla forze dell’ordine che hanno diviso i due gruppi cercando di capire quali fossero di destra e quali no.
Compito ingrato: pensate che gli agenti hanno dovuto persino togliersi il casco.
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