GARANTE INFANZIA: UN QUARTO DEI RAGAZZI SI SENTE ESCLUSO DALLO STATO, SEMPRE PIU’ FIGLI UNICI
LA CAMPANIA LA REGIONE PIU’ GIOVANE, LA LIGURIA QUELLA PIU’ VECCHIA
I piccoli italiani sono sempre meno e crescono prevalentemente con un solo genitore, spesso senza fratelli e sorelle.
Un quarto degli adolescenti, poi, si sente escluso dallo Stato perchè nota che nessuna istituzione arriva in aiuto della sua famiglia o per trovare un lavoro.
È questo, in sintesi, quanto emerge dalla relazione annuale del Garante nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, presentata al Senato dal presidente Vincenzo Spadafora.
I minorenni calano continuamente di numero: sono poco più di 10 milioni (dati del 2014) e la decrescita continuerà visto che l’anno scorso sono nati soltanto 509mila bambini, il picco più basso mai registrato.
La Campania è la regione più giovane, la Liguria quella più vecchia: il Belpaese sembra refrattario a crescere bimbi, esistono 154 anziani ogni 100 minorenni.
La causa, secondo il Garante, è la mancata stabilità economica di molti giovani che preferiscono attendere un contratto sicuro prima di procreare.
Le italiane hanno un tasso di fecondità molto basso (1,4 figli ciascuna, secondo una media piuttosto crudele) e per gli estensori del rapporto “l’andamento temporale del numero di figli per donna, unitamente al tasso di disoccupazione, sembra confermare che la crisi economica che il Paese sta attraversando a partire dagli ultimi anni potrebbe avere influito sulla decisione di fare figli”.
Quando vengono al mondo, i giovani italiani non sentono di essere particolarmente ben accolti dalla società .
Più del 25% dei minorenni e del 37% dei giovani provano un “senso di esclusione rispetto allo Stato a causa della difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro”.
Il dato è stato raccolto da un un sondaggio svolto da Swg per il Garante dell’infanzia. Tuttavia la sfiducia non è totale: i ragazzi dicono di apprezzare le istituzioni soprattutto quando reprimono il malaffare politico e la corruzione. L’inno di Mameli, poi, piace a tutti.
I minorenni italiani sono comunque sempre più soli, e non in senso esistenziale o lavorativo.
Le loro famiglie sono sempre più “strette” e “lunghe”.
Il 62,4% vivono classicamente con mamma, papà e fratelli. Ma aumentano coloro che crescono soltanto con il padre e la madre (17,9%), o soltanto con la mamma (6,5%). Così, se si osservano le tipologie delle famiglie con bambini e ragazzi con meno di 18 anni, emerge non solo che è ormai dominante per ciascuna di esse il modello del figlio unico ma quasi raddoppiano le famiglie monogenitoriali che passano da 535 mila nel 1999-2000 a 954 mila nel 2013-2014.
Le regioni dove le coppie si fermano a un solo figlio sono soprattutto quelle centrali: Toscana al primo posto, e poi Friulia-Venezia Giulia e il Lazio. In Campania, Sicilia e Veneto invece i ragazzi hanno maggiori possibilità di avere uno o più fratelli
“Le coppie con figli minorenni sono in totale 5 milioni 676 mila, la percentuale di quelle con un solo figlio è il 51,6%, quelle con due il 39,9% e quelle con tre o più l’8,5%. Le coppie non coniugate con minori sono 520mila e presentano una quota di figli unici maggiore rispetto alle coppie coniugate (rispettivamente 66,5% e 50,0%).
Spesso nei divorzi (33,1%) e nelle separazioni (48,7%) sono coinvolti minorenni: nel 2012 hanno visto la famiglia spezzarsi quasi 90mila bambini e ragazzi.
Nella maggior parte dei casi con affido condiviso (89,9%).
Per la crisi economica, molti hanno smesso di vivere con i genitori entrambi occupati: erano il 43,8% nel 2008, oggi sono il 37,7%.
Se la quota della popolazione straniera sul totale dei residenti (italiani e stranieri) è attualmente dell’8,1%, i minorenni rappresentano il 22,1% della popolazione straniera (4.922.085) e l’11% del totale dei minorenni.
Sostanzialmente stabile la quota di minorenni non comunitari presenti in Italia, che è pari al 23,9%; nel 2013 era del 24,1%.
(da “Huffingtonpost”)
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