GIUSEPPE DE RITA: “SENZA UN’IDEA DI FUTURO, PERCHÉ I GIOVANI DOVREBBERO FARE PIÙ FIGLI?”
“SIAMO IN UNA CULTURA DELLA CONVIVENZA PIUTTOSTO CHE DELL’IMPEGNO, ACCETTIAMO UNA VITA BASATA NON SUL FUTURO MA SULL’ESISTENTE”
«Senza un’idea di futuro, un’idea condivisa, i sussidi e gli stessi servizi non servono. Ci vorrebbe un trauma, ma non si vede nemmeno quello». Certo non è la prima volta che Giuseppe De Rita, fondatore e presidente del Censis, si trova a commentare i dati disastrosi della natalità nel nostro Paese.
Non ne abbiamo avuti abbastanza di traumi in questi ultimi tre anni?
«In realtà no. Galleggiamo. E senza un trauma dovremmo uscirne da soli, in avanti».
Pandemia, guerra e inflazione non sono sufficienti?
«Parlo di un trauma collettivo, vissuto tutti insieme. La seconda guerra mondiale, con l’occupazione tedesca e poi la grande povertà, che hanno fatto scattare in tutti la voglia di vivere, di ricostruire. Oppure gli anni Settanta, quando abbiamo avuto insieme la crisi economica e il terrorismo ed è scattato un meccanismo identitario, il desiderio di stare meglio, di crescere anche attraverso l’economia sommersa. Invece la pandemia non è stata un’ondata collettiva, ma solo la somma della paura di morire da parte di tanti singoli. E non lo è nemmeno la guerra, nemmeno l’inflazione. Nonostante tutto, in questi tre anni non c’è stato un vero trauma».
E quindi come si può uscire da questo stato di latenza?
«Il problema è che il nostro Paese non ha un traguardo futuro. Lo stesso Pnrr che doveva esserlo si sta riducendo ad una serie di piccoli aggiustamenti di numeri».
Mi permetto di tornare al dato iniziale. È possibile invertire la tendenza, convincere gli italiani a fare più figli?
«Perché dovrebbero fare più figli? Siamo in una cultura della convivenza piuttosto che dell’impegno, accettiamo una vita basata non sul futuro ma sull’esistente. Non ci scaldano nemmeno temi come quello della diseguaglianza».
Sussidi, servizi, miglioramenti della condizione lavorativa non potrebbero cambiare le cose? I governi, almeno a parole, cercano faticosamente risorse finanziare da destinare a questi obiettivi.
«No non servono, se la politica non sarà in grado di indirizzare la società a voler crescere, ad avere delle ambizioni. E non mi pare che il tema della natalità sia in grado di fare breccia nella cultura collettiva».
(da il Messaggero)
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