GLI ESPERTI: “INIZIA L’ERA DEGLI ACCORDI FAI DA TE”
PER IL GIUSLAVORISTA FRANCO FOCARETA LA LEGISLAZIONE NAZIONALE DIVENTERA’ SUPERFLUA….ICHINO: “NON SI COLMA IN QUESTO MODO IL FOSSATO TRA GARANTITI E NON GARANTITI”
Che cosa cambia nel mondo del lavoro con l’emendamento approvato ieri sui contratti?
«Semplicemente si rende superflua la legislazione nazionale. I contratti e le leggi valgono a meno che sindacati e aziende non trovino l’accordo per farsene di propri». Parla così il professor Franco Focareta, docente di diritto del lavoro all’Università di Bologna, uno dei consulenti legali della Cgil e della Fiom.
Di parere diverso Pietro Ichino, illustre giuslavorista e senatore del Pd, non di rado su posizioni critiche rispetto al partito: «Non vedo particolari rischi nelle medie e nelle grandi aziende italiane dove la contrattazione non dovrebbe presentare sorprese: è infatti presumibile che in quelle realtà i sindacati e le imprese sottoscrivano accordi rispettosi dei diritti dei dipendenti . Piuttosto va osservato che le norme di cui si parla non rispondono alle richieste della Banca centrale europea che ci chiede di superare la distinzione tra garantiti e non garantiti nel mondo del lavoro. Questi provvedimenti rischiano invece di avere l’effetto opposto aumentando la distanza tra chi lavora nelle imprese più grandi e chi invece dovrà fare i conti con una miriade di norme ad hoc contrattate nelle piccole aziende».
Il nuovo articolo 8 della manovra, così com’è uscito dal voto di ieri, contiene alcuni aggiustamenti rispetto al testo originario.
L’obiettivo è sempre quello di offrire un «sostegno alla contrattazione collettiva di prossimità », cioè, coma va ripetendo da tempo il ministro Sacconi, di privilegiare la contrattazione aziendale rispetto a quella nazionale.
Il principio generale è che in periferia si può modificare tutta la legislazione del lavoro, compreso lo Statuto dei lavoratori, a patto che le modifiche non vadano contro la Costituzione.
Per cambiare le regole è sufficiente che l’accordo aziendale sia sottoscritto «da associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative».
Ieri è stata aggiunta la formula «a livello nazionale o territoriale».
Un favore alla Lega che può sperare un giorno di avere una fabbrica in Lombardia dove il suo sindacato, il SinPa, abbia la maggioranza assoluta tra i dipendenti.
Ma c’è un’ambiguità : il testo fa anche riferimento al recente accordo unitario tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria che esclude si possano firmare accordi pirata con sindacati di comodo.
Il rischio è che le aziende escano da Confindustria per modificare le leggi sul lavoro mettendosi d’accordo direttamente con i delegati delle fabbriche
Le uniche eccezioni alla deregulation di Sacconi riguardano le donne in gravidanza e i genitori che adottino figli: in quei casi non si possono sottoscrivere accordi di fabbrica che prevedano di risarcire con denaro i genitori che si è deciso di licenziare senza giusta causa.
Confermata, anche nella nuova formulazione, la retroattività della legge e l’estensione a tutti i lavoratori interessati degli accordi aziendali approvati a maggioranza anche nei mesi scorsi, com’è il caso delle intese alla Fiat di Pomigliano e di Mirafiori.
Paolo Griseri
(da “la Repubblica“)
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