I CONTI DEI CINQUESTELLE: C’E’ CHI SPENDE TUTTA LA DIARIA E CHI RESTITUISCE 3.000 EURO
IL PERSONALE COSTA DAI 3 AI 5MILA EURO… PER L’AFFITTO CIFRE INTORNO AI 1.500 EURO
La politica costa: anche per chi ha fatto del taglio ai costi della politica un cavallo di battaglia, come i Cinque Stelle.
Costa vivere a Roma, ad esempio, e pagare lo staff. E questo fa sì che ogni mese una buona parte dei rimborsi venga trattenuta, anche dai pentastellati.
Tra diaria e fondi per l’esercizio del mandato, le Camere versano mediamente dai 7 ai 10 mila euro al mese circa per parlamentare.
Pochi emettono regolarmente bonifici «di restituzione» della diaria che superano i 2 mila euro, stando ai dati 2015.
Di più invece, una cinquantina (sui 127 tra Camera e Senato), i 5 stelle che non rimandano indietro, in media, più di mille euro al mese.
E il resto, quei 6-7 mila euro mensili di rimborso? Sono i costi della politica.
Legittimi, anche per un Movimento che si è definito «francescano» e che, in passato, ha deciso espulsioni portando agli atti gli scontrini.
Ma il M5S in questi anni ha avuto una sua evoluzione. E forse anche l’integralismo sui soldi può essere rivisto.
Come vengono spesi i 7-10 mila euro a disposizione
Premessa: i pentastellati fanno a meno ogni mese di parte dello stipendio.
Esempio: un deputato a cui spettano 5.034 euro ne incassa 3.283.
La differenza (1.751) va al fondo per le piccole imprese (dove il M5S ha versato finora 14 milioni).
I bonifici sono sul sito Tirendiconto , con i dati su diaria e rimborsi, cioè la parte dei compensi parlamentari che, per il M5S, va trattenuta solo per le spese rendicontate: il resto va al fondo per il microcredito.
Da qui, fuori dallo stipendio base, si pagano casa (solitamente nelle dichiarazioni M5S si legge di affitti per circa 1.500 euro al mese), pasti, telefono, trasporti, staff (di norma tra i 3 e i 5 mila euro), consulenze, eventi sul territorio e spese varie. Che prendono buona parte dei 7-10 mila euro a disposizione.
Le restituzioni a «zero euro»
Quanto di questo viene restituito? Nei rendiconti 2015 (molti aggiornati fino a maggio) si scorgono disparità di spesa. Ci sono, appunto, i pochi (circa 25) che versano con regolarità cifre che si attestano in media sopra i 2 mila euro o, in certi casi, oltre i 3: al Senato, Sergio Puglia restituisce spesso più di 4 mila euro; Loredana Lupo ha ridato in un mese oltre 6 mila euro; alla Camera, Massimiliano Bernini è tra i più virtuosi.
C’è poi un’ampia fascia che versa in media tra mille e duemila euro. Il resto è sotto i mille.
Per otto parlamentari, le restituzioni mensili sul sito segnano «zero».
Daniele Del Grosso, deputato, ha ricevuto rimborsi forfettari che variano da 7 a 10 mila euro al mese: non ne ha restituito nulla, fino a maggio.
Così Nunzia Catalfo (i rendiconti si fermano a marzo, mese in cui ha segnato oltre 700 euro di taxi). Zero per Federica Dieni, Dalila Nesci, Claudia Mannino, con 1.800 euro di spese per il vitto in un mese, Maria Edera Spadoni, con 1.600 euro tra pranzi, cene e bar solo a febbraio (il vitto, ristoranti inclusi, supera i mille euro per diversi parlamentari, nonostante Camera e Senato abbiano servizi a prezzi convenzionati.
Zero restituzione per Gianni Girotto e Nicola Morra: tra le spese dell’ex capogruppo un affitto da 2.155 al mese .
Il rendiconto di Arianna Spessotto a gennaio mostra la restituzione di 3 euro e 59 centesimi contro 10 mila euro di rimborso.
Marta Grande, tra gennaio e maggio, ha restituito in tutto 333 euro di diaria: è di Civitavecchia, paga un appartamento a Roma 1.800 euro al mese, ma le spese per l’alloggio, con pulizia e bollette anche sopra 400 euro, superano i 2.200 euro.
Consulenti, eventi e ztl (per oltre mille euro)
C’è chi spende più per voci «politiche» che per vitto e alloggio.
Roberta Lombardi, romana, non ha il problema della casa. Nei primi sei mesi dell’anno registra una sola restituzione della diaria da 514 euro, poi zero.
Dichiara a volte spese superiori ai circa 7 mila euro di rimborsi mensili: a parte la curiosità di un 1.054 euro alla voce «Ztl», il grosso va via tra collaboratori (circa 5 mila euro) e consulenze (oltre mille).
Così come quello di Luigi Di Maio. Che ha rinunciato ai trattamenti da vicepresidente della Camera, ma ha restituito meno di 476 euro complessivamente nei primi 5 mesi dell’anno.
«Francescane» le spese di alloggio e vitto: il grosso, per uno dei volti più noti del M5S, è soprattutto sulla partecipazione a eventi sul territorio (in alcuni mesi per quasi 5 mila euro ).
Altri membri del direttorio si mostrano più solerti nella restituzione, come Alessandro Di Battista, spesso oltre i 2 mila euro di rimborso, e Roberto Fico.
Ma anche per loro le spese sono soprattutto tra staff e consulenze.
I costi della politica, appunto.
Renato Benedetto
(da “il Corriere della Sera”)
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