IL CANDIDATO SINDACO LEGHISTA RIXI E’ SCESO DAL PONTEGGIO MA FA FINTA DI VIVERE TRA LE NUVOLE: “BELSITO, UN CASO SCOPPIATO A OROLOGERIA”.
AVEVA MINACCIATO DI RITIRARSI SE BELSITO NON SI FOSSE DIMESSO, MA PER CHIEDERE IL RITIRO DI BOSSI E’ MEGLIO PRIMA VEDERE CHI VINCE LA BATTAGLIA INTERNA… BUSSA A QUATTRINI MA HA GIA’ TAPPEZZATO LA CITTA’ COI SUOI MANIFESTI…ORA INVOCA UNA LEGGE CHE CONTROLLI LA GESTIONE DEI FONDI PUBBLICI DEI PARTITI: BENE, AL PRIMO PUNTO FACCIA METTERE “BASTA CON FORAGGIARE I PORTABORSE DI PARTITO”
Mentre aspettava che da via Bellerio arrivassero le attese dimissioni del tesoriere Belsito, “condicio sine qua (forse) non” per il mantenimento della sua candidatura a sindaco di Genova per la Lega e intimi padagni, Edoardo Rixi ha pensato bene di impegnare il suo tempo scalando, uso fotografi, un ponteggio in Galleria Mazzini per protestare contro i lavori in corso in perenne ritardo sui tempi previsti.
Chi pensava (e sperava) che sarebbe rimasto qualche giorno sul ponteggio per invocare i diritti dei pendolari e dei giovani precari che a Genova non trovano lavoro è rimasto deluso.
Dopo la nostra inchiesta che ha dimostrato che lavorava a Milano con contratto a termine e chiamata diretta per conto Lega (diciamo da portaborse), si è trovato un argomento di meno.
Visto che i fotografi li aveva già chiamati per farsi immortalare vestito da netturbino accanto a un cassonetto della rumenta (per chi si fosse perso lo scoop riportiamo la foto a corredo dell’articolo), ha pensato bene stavolta di riciclarsi da addetto ai ponteggi onde dare sfogo al suo desiderio di scalata politica.
Oggi altra dichiarazione, sintesi del rixi-pensiero: “Di certo l’inchiesta su Belsito non aiuta la mia campagna elettorale ma gli ostacoli si devono superare. L’indagine sulla Lega crea in me imbarazzo, in particolare per chi ci mette la faccia” (la sua in effetti traborda da ogni muro di Genova e in ogni dimensione).
Poi il candidato sindaco del Carroccio dice di essere «pronto ad autofinanziarsi» se la Lega Nord avrà difficoltà a finanziare la campagna elettorale a Genova.
Ma come, aveva chiesto, come condizione per candidarsi, che Belsito scucisse una cifra pari agli altri candidati perchè Lui non può sfigurare ( si parla di 200.000 euro) e già non gli bastano più?
Poi via la rixi-pensiero demagogico: «la scelta della giornata di ieri per far scoppiare il caso Belsito è chiaro ad orologeria, ma in un momento in cui la Lega Nord è da sola contro l’80% dell’arco parlamentare bisogna essere ancora più trasparenti e integerrimi degli altri».
Ben detto, soprattutto occorre non raccontare palle, aggiungiamo noi.
Ieri ci eravamo chiesti perchè Rixi avesse chiesto solo le dimissioni di Belsito e non anche quelle di Bossi, accusato di aver preso soldi da Belsito per scopi familiari.
Rixi ci risponde indirettamente: «Le dimissioni di Bossi non sta a me chiederle (perchè, aveva forse titolo a chiedere quelle di Belsito? n.d.r.) , ritengo che la sua posizione rispetto a quella di Belsito sia profondamente diversa. Anche il tenore di vita di Bossi è molto inferiore a quello di Belsito».
Allora, se ne deduce, che Rixi conoscesse il tenore di vita di Belsito ma non si fosse mai posto il problema di quella grande disponibilità di denaro.
Il “rixi-pensierino della notte” conclude la sua discesa dal ponteggio (ma non dalle nuvole su cui finge di stare): “occorre una legge a livello nazionale che controlli la gestione dei soldi all’interno dei partiti».
Ben detto: si potrebbe far inserire subito una norma per la quale sia vietato ai partiti assumere e foraggiare portaborse, sotto qualsivoglia forma e posizione fotogenica.
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