IL CANONE RAI ERA SOLO UN PRETESTO PER LITIGARE, LO SCAZZO SI RIPETE SULLE BANCHE (SALVINI È CONTRARIO ALL’OPERAZIONE UNICREDIT-BPM, TAJANI È FAVOREVOLE) E SULLO IUS SCHOLAE
IL RISCHIO TRAPPOLONE SULL’ELEZIONE DEI GIUDICI COSTITUZIONALI: C’È L’ACCORDO DI FRATELLI D’ITALIA CON IL PD PER L’ELEZIONE DEI 4 MEMBRI DELLA CONSULTA. TRA LORO C’È ANCHE IL SENATORE FORZISTA, PIERANTONIO ZANETTIN. SE LA LEGA FACESSE LO SGAMBETTO, LA CRISI SAREBBE INEVITABILE
Sfoderano un approccio zen, Antonio Tajani e Matteo Salvini. O almeno, questo è il copione al quale cercano di attenersi. «Non litigo mai con nessuno», dice il leader di Forza Italia. «Adesso niente e nessuno può farmi arrabbiare», gli fa eco l’alleato leghista.
Concluso il percorso relax, servirebbe un chiarimento faccia a faccia. «E arriverà», scommettono i fedelissimi dei vicepremier. I due però non si parlano dal rovinoso incidente sul taglio del canone Rai, proposto dalla Lega e affossato da Forza Italia. Hanno entrambi sentito al telefono Giorgia Meloni e con lei, separatamente, hanno concordato di «abbassare i toni».
Ci si accorge presto quanto sia faticoso mettere in pratica il proposito, perché i leader, come le loro truppe parlamentari, sono ancora urticati dalle lunghe giornate di accuse e vendette reciproche. E perché poi si può anche togliere dal tavolo il canone Rai, ma i motivi per dividersi sono tanti e nessuno fa un grande sforzo per tenerli sotto il tappeto: Tajani rilancia lo Ius scholae, la riforma della cittadinanza invisa ai leghisti, mentre Salvini invoca l’uso del golden power per bloccare l’operazione Unicredit-Bpm, a cui Forza Italia aveva dato il suo placet.
Il primo banco di prova per la tenuta della coalizione potrebbe però arrivare con l’elezione dei quattro giudici della Corte costituzionale (uno già scaduto da mesi, tre in scadenza a breve) che il Parlamento è chiamato a scegliere in seduta comune. Ieri è arrivata un’altra fumata nera, la decima dell’anno, ma il patto con le opposizioni è stato finalmente trovato.
Saranno necessarie ancora alcune votazioni a vuoto per abbassare il quorum, poi il centrodestra presenterà il nome di Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Meloni a Palazzo Chigi, e quello del senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, mentre il terzo giudice indicato dalla maggioranza dovrà essere una figura «di garanzia», non politica.
Al Pd spetterà invece l’indicazione dell’ultimo dei quattro: circola il nome dell’ex ministra e magistrata Anna Finocchiaro, anche se dal Nazareno fanno sapere che non si è ancora arrivati a mettere un punto finale sul candidato.
Per la coalizione di governo, dunque, c’è in corsa un uomo di FdI e uno di Forza Italia
Qui uno sgambetto tra alleati rischierebbe davvero di aprire una crisi.
Dalle parti di Palazzo Chigi c’è una certa apprensione per il dossier, vista la fatica con cui si stanno smaltendo le scorie intorno alla frattura sul canone Rai. Ancora ieri, il portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi definiva Salvini – in un’intervista ad Affari italiani – «un paraculetto» e invitava la Lega a «darsi una calmata».
Interveniva quindi il deputato del Carroccio Igor Iezzi per dirsi sorpreso che Nevi voglia «abbassare i toni alzandoli» e soprattutto «che Forza Italia non voglia abbassare le tasse». Ecco la fase zen e le sue difficoltà, per l’appunto. Deve arrivare Salvini ad arginare altre reazioni dei suoi, prendendo in prestito l’inno dei figli dei fiori: «Peace and love», ripete ogni volta che i cronisti cercano una reazione su quel «paraculetto» che lo stesso Nevi, più tardi, ritirerà dicendo di esser stato male interpretato.
Pace e amore, ma Tajani e Salvini sembrano intenzionati a limitare l’amore fraterno al canone Rai, sapendo che ormai è alle spalle. Sugli altri temi che dividono la maggioranza invece insistono
Non appena Tajani viene a sapere che in Brasile, per il Black friday, si offrono sconti sulle pratiche per la cittadinanza italiana, coglie l’occasione al volo per «rivendicare con orgoglio» la riforma per dare la cittadinanza a chi studia in Italia per dieci anni: «Lotta al mercato nero dei finti avi e cittadinanza italiana solo a chi la merita veramente», recita una nota del partito vidimata dal leader.
Salvini non è da meno. Di fronte all’operazione di acquisizione di Bpm da parte di Unicredit «sono convinto che il governo, se richiesto, attiverà il golden power a tutela dell’interesse dell’economia nazionale». Tajani, invece, è per il libero mercato e anche il suo capogruppo in Senato, Maurizio Gasparri, suggerisce a Salvini «prudenza»
(da agenzie)
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