IL CERCHIO SI È CHIUSO: GLI ISCRITTI AL MOVIMENTO 5 STELLE MANDANO UN VAFFA A BEPPE: IL 63,24% DELLA BASE SI SCHIERA CON CONTE E SPEDISCE AI GIARDINETTI IL FONDATORE, CHE ORA MEDITA LA GUERRA LEGALE
POTREBBE CONTESTARE LA PATERNITÀ DEL SIMBOLO DEL PARTITO, O ADDIRITTURA FAR RIPETERE IL VOTO… ALL’ANNUNCIO DELL’ELIMINAZIONE DEL RUOLO DEL GARANTE, ALLA CONVENTION “NOVA”, PARTE LA OLA. L’UNICA A SMARCARSI È CHIARA APPENDINO: “È STATO UN BRUTTO MOMENTO”
Cancellato alle 16.24 del pomeriggio. Nel palazzone dell’Eur, un anonimo notaio incravattato, collegato da remoto, incorna a morte il Fondatore, l’Elevato, l’Unico: Beppe Grillo.
Si chiude così, con una slide e una percentuale letta con voce nasale, un’era della storia politica italiana: il 63,24% degli iscritti al movimento Cinquestelle ha votato per «l’eliminazione del ruolo del garante». Fine.
L’ideatore della democrazia diretta dei clic ucciso con un clic. Parte l’applauso della sala, lungo, liberatorio. Dietro il palco, nella saletta vip dove si raduna la classe dirigente contiana, un anonimo riferisce: «Abbiamo fatto una ola». Chissà se anche Conte ha alzato le braccia in segno di giubilo, forse no. Ma di certo ha sorriso.
Quando è andato sul palco, ha assaporato la vendetta ostendando signorilità: «Non è mai stato uno scontro tra garante e il sottoscritto, per quanto mi riguarda. Non mi sono mai lasciato distrarre da queste questioni personali. Ho ricevuto battute velenose ma sono andato avanti pensando sempre al bene del Movimento ».
Non lo nomina mai direttamente, supremo distacco o supremo disprezzo. «Non mi sarei mai aspettato che il nostro garante si mettesse di trasverso ed entrasse a gamba tesa nel nostro processo costituente». Quindi, con studiata perfidia rivela: «Mi è stata anche proposta la stessa logica verticistica di decidere tutto in caminetti ristretti e a geometria variabile ma l’ho rifiutata: l’assemblea degli iscritti è sovrana». Grillo è diventato solo «il garante » ed è stato cancellato senza una lacrima.
Grillo naturalmente lo sapeva, se lo aspettava. Se la cava modificando il suo stato su WhatsApp: «Da francescani a gesuiti». Un messaggio per una volta chiaro per dire che i suoi fedeli si sono venduti l’anima, hanno rinnegato il San Francesco delle origini, quello scelto come nume tutelare di un movimento fatto nascere il 4 ottobre. Senza contare che uno dei più famosi ex allievi dei gesuiti è quel Mario Draghi che Grillo assicurò essere “un vero grillino”. E così il cortocircuito è totale.
Dunque adesso che succede? Virginia Raggi all’Eur nemmeno si è presentata, adducendo problemi familiari. Questo ha dato la stura a mille congetture, essendo la ex sindaca di Roma tra le principali indiziate di filo-grillismo. Ci sarà un’altra scissione con Grillo, Raggi, Toninelli e Di Battista? Le voci sono queste ma forse sono solo fantasmi di una sera d’autunno.
I contiani raccontano che, alla vigilia di Nova, un’agenzia di stampa scrisse che Grillo era sceso a Roma pronto a guastare la festa a Conte. Per non essere tampinato dai cronisti, aveva scelto un hotel di Roma Nord anziché il solito albergo davanti ai Fori. E, guarda caso, a Roma Nord ci abita proprio Alessandro Di Battista, che giorni fa sarebbe stato visto in un bar di Ponte Milvio insieme a una storica collaboratrice del comico genovese. Un po’ poco come trama di un giallo, ma questo è.
Un fatto è certo, per i nostalgici di Grillo da domani l’atmosfera dentro il PdC, il partito di Conte, si fa pesante. Nessuno spende una parola per difendere il garante, hanno capito tutti l’aria che tira.
(da La Repubblica)
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