IL GOVERNO AFFOSSA IL FAMILY ACT: ADDIO ALLE MISURE PER SOSTENERE I GENITORI
E TANTI SALUTI ALLE PROMESSE FATTE
Addio Family act. E buona festa della mamma. Per volontà del governo di Giorgia Meloni finisce nel dimenticatoio, legge mai attuata, la riforma draghiana che il Parlamento approvò all’unanimità nel 2022, con la sola astensione di Fratelli d’Italia, unica opposizione.
La delega doveva dare sostegno organico alle famiglie, alle donne lavoratrici, ai giovani. Riscrivere un sistema che non regge, una volta per tutte. Magari davvero incentivare la natalità. E invece solo un pezzetto di quel progetto ha visto la luce, l’assegno unico per i figli che l’esecutivo di larghe intese battezzò e che il governo della destra ha rifinanziato.
Tutto il resto — quattro deleghe da attuare — dopo due anni finisce nel cestino. Ironia della sorte, il 12 maggio, che proprio quest’anno cade nella domenica in cui si festeggiano le mamme.
Il Family act di Draghi il governo Meloni ha deciso di non farlo suo. Lo scorso anno Roccella ha prorogato di dodici mesi le deleghe firmate da Elena Bonetti, Andrea Orlando e Mario Draghi. Domenica le lascerà scadere. Anche perché, spiegano da destra, i soldi per dare corpo e sostanza a tutti gli impegni del Family act non ci sono.
Per le famiglie, spiegano i meloniani, quel che è possibile si sta facendo. A guardar bene, molte misure una tantum. Quanto concedono le ristrettezze di bilancio.
Ma in concreto, cos’era il Family act? Una legge di nove articoli e quattro deleghe al governo, da attuare con contributi diretti o interventi fiscali. Uno. Sostegno alle spese educative dei figli, dai nidi ai libri scolastici, fino a gite e cure dei disturbi dell’apprendimento. Due. Aumento significativo dei congedi di paternità — mesi, non i dieci giorni attuali —, incremento delle indennità di maternità, sostegno ai liberi professionisti.
Tre. Incentivo al lavoro e all’imprenditoria femminile.
Quattro. Sostegno alla spesa delle famiglie per la formazione dei figli e l’autonomia finanziaria dei giovani, con aiuti allo studio, per l’inizio di attività lavorative, per gli affitti dei fuori sede, per corsi di formazione.
Meloni sceglie un’altra strada. Conferma — e rafforza — l’assegno unico per i figli (costo annuo: 19 miliardi). Per il resto s’intesta sue ‘misure per la famiglia’. Quali? La risposta al cronista include 21 voci, non tutte strutturali, non tutte onerose.
Poi, a mezza bocca, un’ammissione dal governo che sa di resa: anche volendo, i soldi per fare di più non ci sono.
(da La Repubblica)
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