IL PARLAMENTO EUROPEO DICE “SI’ ALLA RIDISTRIBUZIONE DI 160.000 PROFUGHI
NETTA MAGGIORANZA DI CHI E’ PER APPROCCIO CIVILE: 372 SI’, 124 NO, 54 ASTENUTI… E MARTEDI’ SI METTERANNO ALL’ANGOLO I PAESI CONTRARI
Il Parlamento europeo ha approvato la proposta della Commissione per una redistribuzione secondo criteri precisi di 120 mila profughi aventi diritto all’asilo nell’Unione europea.
Sono stati 372 i voti a favore, 124 i “no” e 54 gli astenuti.
È lo stesso testo su cui il consiglio straordinario dei ministri degli Interni si è spaccato lunedì scorso a Bruxelles.
Favorevoli i popolari, i socialisti, i verdi, i liberali e la componente grillina del gruppo guidato da Nigel Farage. Contrario il britannico come lo schieramento conservatore.
Il risultato è interpretato come la prova che una larga maggioranza dell’Europa è ancora favorevole ad un approccio solidale.
Martedì si riuniscono nuovamente i ministri degli Interni per dirimere la questione.
L’obiettivo è provare a ricucire. Oppure si andrà alla conta, come poco fa nell’emiciclo di Strasburgo.
Si deciderà a maggioranza qualificata, mettendo in un angolo i paesi contrari, come Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania e Ungheria.
Il presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz, ha scritto una lettera al governo lussemburghese, guida semestrale dell’Unione, per auspicare che tutti i fondi disponibili nel bilancio siano messi a disposizione subito per sostenere gli sforzi dei Paesi di prima accoglienza, come Turchia, Libia, Giordania e Siria.
«Se non lo faremo — ha sottolineato – avremo ancora più rifugiati e la nostra credibilità sarà messa in dubbio».
La proposta della Commissione prevede che altri 120.000 richiedenti asilo siano trasferiti dall’Italia (15.600), dalla Grecia (50.400) e dall’Ungheria (54.000).
Questa cifra si aggiunge al trasferimento iniziale di 40.000 richiedenti asilo, approvato dal Parlamento il 9 settembre e dal Consiglio Giustizia e Affari interni il 14 settembre.
Il numero totale di persone da rilocalizzare sale dunque a 160.000.
Marco Zatterin
(da “La Stampa”)
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