IL PIANO GENTILONI: MENO TASSE SUL LAVORO E SPENDING
TASK FORCE CON PADOAN E CALENDA PER RILANCIARE L’ECONOMIA E L’AZIONE DI GOVERNO
Smarcarsi dalle questione interne al turbloento Pd e tirare dritto per l’Italia, abbassando le tasse e limando sugli sprechi.
Tagli al cuneo fiscale e meno spese saranno il nuovo mantra di Gentiloni, secondo il Corriere. Il quotidiano scrive che tra gli obiettivi del governo ci sarà una nuova spending e una riforma della fatturazione elettronica in grado di far emergere un gettito di 41 miliardi in 3 anni.
Ecco alcuni passaggi:
“Per questo il premier, con il sostegno del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e di quello dello Sviluppo Carlo Calenda, ha sviluppato un disegno di attuazione immediata.
Esso ha diversi passaggi: una nuova spending review, che partirà in primavera e i cui «commissari» di fatto sono lui stesso e Padoan; una risposta al dramma della povertà , finanziata con i risparmi di spesa pubblica; un taglio molto deciso al cuneo fiscale che grava sul lavoro e sulle imprese, da disegnare nell’imminente Documento di economia e finanza (Def) e da finanziare con un affondo altrettanto deciso contro l’evasione Iva; una manovrina da 3,4 miliardi, come chiesta da Bruxelles, che anticipa nel 2017 parte di queste misure degli anni prossimi; e a quel punto un dialogo con la Commissione Ue, realistico e pacato, per evitare una stretta di bilancio da 20 miliardi in autunno proprio grazie a questa ampia riforma fiscale. Sono passati pochi mesi, ma siamo lontani anni luce dai bonus e dai decibel delle polemiche di Renzi”
Sulle tasse il Corriere spiega che
“La settimana scorsa la Commissione Ue è tornata a sottolineare una delle grandi anomalie che zavorrano l’economia e la competitività delle imprese in Italia (vedi grafico): una pressione fiscale sul lavoro e sulle aziende fra le più alte, espressa nell’enorme «cuneo» fra il costo del lavoro e il compenso netto dei dipendenti; e un gettito Iva fra i più bassi, in parte per le molte voci nell’aliquota ridotta al 10% e soprattutto per un 30% di evasione da parte delle imprese.
Il Def di aprile proporrà dunque uno spostamento simmetrico: più entrate dall’imposta sul valore aggiunto, introducendo e rendendo sempre più stringenti anche nelle transazioni fra imprese private i meccanismi di fatturazione elettronica già applicati con successo alle aziende fornitrici dello Stato; e un collegamento ferreo dell’aumento di questo gettito al calo del cuneo fiscale. Questa proposta ha peraltro il vantaggio di andare bene sia a Renzi che agli scissionisti di Mdp. La fatturazione elettronica dovrà essere inviata a una piattaforma centrale dello Stato e solo le imprese che lo faranno eviteranno accertamenti fiscali (le altre vi si esporranno).
Secondo Vincenzo Visco, l’ex ministro, fra il 2018 e il 2020 questo sistema può far emergere 41 miliardi di euro di gettito.
Il governo stima con prudenza solo un terzo di questa cifra e studia un taglio del cuneo del 5% (2,5% per le imprese, il resto a vantaggio dei lavoratori).
Si ridurrebbe così il cuneo a livello della Germania, mitigando una delle grandi anomalie italiane”
(da “Huffifngtonpost”)
Leave a Reply