IL PROCURATORE PATRONAGGIO: “I MIGRANTI AVEVANO PERSO LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO COLLETTIVO E INDIVIDUALE”
IL QUADRO TERRIFICANTE E L’OMISSIONE E IL RIFIUTO DI ATTI D’UFFICIO “DI SOGGETTI DELLE ISTITUZIONI CHE AVEVANO L’OBBLIGO DI INTERVENIRE DA CINQUE GIORNI”
“Un centinaio di persone le cui funzioni psichiche sono fortemente sollecitate da condizioni emozionali estreme in un clima di altissima espressione in cui la percezione di morte rispetto ad un eventuale rimpatrio e la speranza di vita anche affrontando a nuoto lo specchio di mare che li separava dall’isola non lascia più possibilità di valutazione del rischio individuale e collettivo, nè da parte dell’equipaggio la possibilità di arginare e contenere un’ulteriore estensione di situazioni psicopatologiche di dissociazione nevrotica e psicotica”.
Ecco il terrificante quadro redatto ieri pomeriggio dai due consulenti della Procura di Agrigento che ha spinto il procuratore Luigi Patronaggio a porre immediatamente sotto sequestro la Open Arms e a disporre l’immediata discesa a terra dei migranti ipotizzando, a carico di soggetti della pubblica amministrazione ancora da identificare, i reati di omissione e rifiuto di atti d’ufficio. Perche’ le condizioni a bordo erano note già da cinque giorni.
Le condizioni igienico sanitarie sulla Open Arms “erano pessime” sin dal 15 agosto e i migranti “presentavano diverse patologie”.
La relazione della dottoressa Katia Valeria Di Natale dello staff Cisom di Lampedusa già il giorno di ferragosto rappresentò alle autorità amministrative competenti (a cui adesso l’inchiesta della Procura di Agrigento darà un nome) che la situazione sulla nave era insostenibile, ma nessuno intervenne per far scendere i 150 migranti.
Il decreto di sequestro firmato ieri dal procuratore Luigi Patronaggio, che ha così posto fine all’odissea dei kigranti tutti trasferiti nella notte all’hotspot di Lampedusa, dà conto dell’ulteriore deteriorarsi delle condizioni come confinuamente denunciato dalla Open Arms.
Il 17 agosto, l’ispezione condotta dai medici della Sanità marittima “dava atto che i migranti occupavano interamente il ponte della nave adagiati sul pavimento, avevano a disposizione due soli bagni alla turca (che utilizzavano anche come docce) e le persone apparivano provate fisicamente e psicologicamente, pur mostrandosi calme e collaboranti”.
Un fascicolo fotografico – nota il magistrato – “restituiva nella sua immediata crudezza, più delle parole scritte, l’evidente sovraffollamento della nave e le pessime condizioni in cui si trovavano i migranti a bordo”. Ma ancora nessuno ritiene di dover intervenire.
Il 18 agosto, i primi disperati tentativi di raggiungere a nuoto l’isola, poi una serie di evacuazioni mediche fino a ieri, la giornata dei tuffi a ripetizione e dell’intervento a bordo del procuratore.
(da agenzie)
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