INSULTI RAZZISTI A SONDRIO, L’OSPEDALE CHIARISCE COM’E’ ANDATA E PERCHE’ NON C’E’ NESSUNA BUFALA
UN PORTAVOCE DELL’OSPEDALE: “IL PERSONALE PRESENTE NON HA SENTITO GLI INSULTI SOLO PERCHE’ SONO STATI ESPRESSI A BASSA VOCE NELLA SALA D’ATTESA”…GARA DI SOLIDARIETA’ PER PAGARE I FUNERALI DELLA PICCOLA
Nessuna bufala e nessuna smentita. A Sondrio è il momento della ricerca della verità sul caso della donna vittima di insulti razzisti mentre piangeva la morte della figlia di cinque mesi.
L’episodio ha scosso le coscienze e in tanti si sono offerti di aiutare a sostenere le spese per il funerale, ma sono stati anche sollevati dei dubbi sulla veridicità del racconto, dal momento che i medici non hanno sentito le frasi incriminate e la vittima non ha sporto denuncia.
Come sono andate le cose davvero? Un portavoce dell’ospedale, contattato da Fanpage.it, ha chiarito che il personale presente non ha sentito gli insulti, ma solo perchè sono stati espressi nella sala d’attesa e a bassa voce.
Nessuna smentita e nessuna bufala quindi.
Il personale — impegnato nel disperato tentativo di salvare la piccola e confortare la madre — non si è accorto di nulla. Nessun insulto plateale è arrivato alle orecchie degli operatori. Le frasi razziste delle persone presenti nella sala d’attesa del pronto soccorso sono state pronunciate a bassa voce.
Chi ha definito “scimmia” la donna disperata e affermato che la perdita di un figlio per lei non sarebbe stata poi così grave “tanto ne sfornano uno all’anno”, pensava che i suoi commenti crudeli e disumani non sarebbero stati sentiti e denunciati all’esterno della stanza.
Anche i carabinieri hanno confermato che, sebbene non sia stata sporta denuncia, questo non significa che i commenti razzisti non siano stati pronunciati.
C’è anche un altro lato della medaglia in questa vicenda che ha indignato tutta l’Italia. È la storia di chi ha provato ad aiutare la donna e la sua bambina. In tanti si sono mobilitati e ore ci tengono a ribadire che “non tutti i valtellinesi sono razzisti”. A partire dai medici del pronto soccorso. Un’equipe non specializzata in emergenze pediatriche, che si è trovata ad affrontare un evento eccezionale e gravissimo.
La bambina è arrivata in arresto cardiaco e in condizioni disperate. “Erano tutti molto commossi e si sono prodigati per aiutare la donna e prendersi cura del corpo della piccola. Sono stati momenti emotivamente forti e tutto il personale è stato coinvolto. La mamma è stata accudita e aiutata, ha avuto esternazioni molto forti e plateali”, raccontano dall’ospedale.
C’è poi la storia di chi che ha portato la madre e la piccola in ospedale. La donna, che non parla italiano e non conosceva il numero per le emergenze, è scesa in strada con la piccola in braccio in cerca di aiuto. Lì ha trovato una persona che l’ha aiutata e accompagnata in ospedale. Un volto umano, anche se sconosciuto, in questa vicenda drammatica.
A Sondrio diversi cittadini si sono offerti per aiutare la donna a sostenere le spese del funerale della sua bambina. Un gesto per dimostrare che la società non è tutta incattivita.
(da Fanpage)
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