INTERVISTA A STEFÃNO: “ATTENDERE L’INTERDIZIONE? IMPOSSIBILE. MA QUANDO ARRIVERà DOVREMO RIVOTAREâ€
IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PER LE ELEZIONI: “OGGI DIRO’ PERCHE’ IL CAVALIERE DEVE LASCIARE IL SEGGIO”
«Grande civiltà parlamentare votare a scrutinio palese».
Lo dice Dario Stefà no, il presidente della giunta per le elezioni e immunità del Senato, mai famosa come in queste ore
Dal Pdl si vocifera di un possibile rinvio della seduta. È così?
«Non ne sono a conoscenza. Il fatto che l’assemblea del Senato sia stata sconvocata semmai agevola i nostri lavori e dà certezza sui tempi. I termini sono stretti: entro 20 giorni dal 4 ottobre la relazione dev’essere nella disponibilità del presidente del Senato e negli stampati».
Il Pdl lamenta un accanimento sul suo leader, costretto ai servizi sociali e ora in bilico al Senato.
«Ovviamente le modalità di espiazione della condanna non sono di nostra competenza. Ma voglio chiarire un punto: si è parlato di accanimento della giunta a proposito della tempistica. È uno slogan che non rispetta i fatti. Non abbiamo usato il bilancino da farmacista per termini e scadenze: abbiamo garantito ben 20 giorniiniziali per la difesa, abbiamo dato i tempi richiesti al relatore per la proposta, con Grasso abbiamo stabilito la seduta pubblica non all’esatta scadenza dei 10 giorni; io stesso ho convocato per oggi, non una settimana fa, la giunta».
Perchè propone la decadenza immediata?
«Non sono io a proporre. La maggioranza della giunta ha già deciso di proporre all’assemblea la mancata convalida (decadenza) del senatore Berlusconi applicando la legge. La mia relazione ricostruisce solo i fatti e richiama norme e giurisprudenza, anchestraniera. Solo argomentazioni di merito».
Interdizione ormai prossima. Perchè non si poteva aspettare quell’esclusione obbligatoria dei magistrati?
«Francamente è una questione che non capisco. Primo perchè incandidabilità e interdizione sono istituti diversi, con effetti differenti. Secondo, perchè la decisione della Cassazione ha reso applicabile solo l’incandidabilità sopravvenuta e non ancora l’interdizione, quindi la giunta era obbligata a iniziare da lì. Infine, la decadenza da interdizione deve seguire lestesse procedure parlamentari: come dimostra il caso Previti, anche dopo la condanna definitiva alla pena dell’interdizione dai pubblici uffici (in quel caso addirittura perpetua) è sempre la Camera di appartenenza a dover pronunciare la decadenza».
Rinvio alla Consulta e in Lussemburgo della legge Severino. Non sarebbe stata un’utile via di fuga?
«La giunta non è un «giudice a quo» per sollevare un incidente di costituzionalità , nè può (“da giudice a giudice”) decidere un rinvio pregiudiziale di tipo interpretativoalla Corte di giustizia».
Si aspetta sorprese dal voto?
«La giunta non deve rivotare decisioni già prese, ma approvare le motivazioni della mia relazione, che ho voluto tenere sui binari tecnici, senza dissertazioni storico- politiche. Sono fiducioso che questo possa essere apprezzato. Magari la sorpresa potrebbe essere qualche espressione positiva anche di esponenti che hanno sostenuto la tesi della convalida».
In aula si può creare uno schieramento salva Silvio?
«Sin dall’inizio, forse ingenuamente ma convintamente, ho detto che sarebbe un segnale di grande civiltà parlamentare se i gruppi trovassero una soluzione unanime, magari anche chiedendo a Grasso di adottare il voto palese. Sarebbe un segnale di sintonia con i cittadini che ci chiedono trasparenza. Allo stesso modo sarebbe un’inutile forzatura modificare il Regolamento sulle modalità di voto per questa circostanza».
Liana Milella
(da “La Repubblica“)
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