INTERVISTA DALL’INFERNETTO: “SONO RAGAZZI TERRORIZZATI USATI COME CAPRO ESPIATORIO”
IL PRESIDENTE DEL COORDINAMENTO: “A TOR SAPIENZA FREQUENTAVANO LA SCUOLA SENZA PROBLEMI E SI ERANO INTEGRATI”
Lei, Francesco Gobbi, è presidente del Coordinamento Infernetto. In quali condizioni sono i 25 ragazzi trasferiti da Tor Sapienza all’Infernetto?
«Li ho visti terrorizzati. Hanno tra i 14 e i 17 anni e, tranne quattro del Bangladesh, vengono quasi tutti dall’Egitto. Sono musulmani e cristiani copti. Hanno perso il padre, sono scappati da situazioni terribili e sanno di non poter tornare dalle loro madri. A Tor Sapienza frequentavano le medie e andavano a scuola in bus. Erano confortati, assistiti e abbastanza integrati. Dopo l’assalto al centro d’accoglienza sono stati portati via in gran fretta per proteggerli».
Ora sono in un centro non attrezzato per loro …
«La struttura “Le betulle” è condotta da ong, cooperative ed enti religiosi. È stata aperta tre anni fa ristrutturando casali di campagna. Dall’ex complesso agricolo sono stati ricavati 8 edifici: un centro diurno per malati di Alzheimer e alloggi per minorenni, spesso mandati dalla Caritas, in attesa di una casa famiglia e di comunità protette. Questi 25 ragazzini chiedono di tornare a Tor Sapienza: lì avevano operatrici diventate come seconde madri. Relazioni di affetto e umanità che non si possono sostituire. L’Infernetto è sistemazione provvisoria. Trauma su trauma».
Cosa spaventa i profughi?
«Il più piccolo si è messo a piangere. Si sentono animali in gabbia. Non capiscono le ragioni del caos esploso. All’Infernetto, su 270 strade in 70 chilometri, 90 sono senza illuminazione, mancano commissariato di polizia, stazione dei carabinieri, vigili urbani e presidio medico. Abbiamo insediamenti rom e diffusa criminalità . I profughi minorenni sono capri espiatori in una giungla di rabbia. Temiamo un Far West in cui nessuno controlla più niente».
Gia. Gal.
(da “La Stampa“)
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