LA CARICA DEI SINDACI RENZIANI: “ORA IL PARTITO DEVE DARGLI SPAZIO”
DA TREVISO AD AFRAGOLA, CON UNA FORTE PRESENZA IN TOSCANA… COME CAMBIA LA MAPPA DEGLI AMMINISTRATORI VICINI AL ROTTAMATORE
Si potrà dire, come fanno i suoi fan, che è anche merito suo.
O che al contrario è lui, Matteo Renzi, il primo beneficiato da un centrosinistra vincente.
Fatto sta che il voto amministrativo, che spinge ovunque sul podio i sindaci sostenuti dal Pd, è anche il voto che segna l’affacciarsi di un numero sempre maggiore di sindaci renziani.
Vince la sinistra e vince anche il sindaco di Firenze: se due settimane fa Achille Variati ottiene il bis a Vicenza, dal ballottaggio escono adesso Giovanni Manildo a Treviso ed Emilio Del Bono a Brescia.
Escono Simone Uggetti a Lodi e, in Toscana, Bruno Valentini a Siena, che riconquista per un soffio la città sconvolta dallo scandalo Monte dei Paschi e per prima cosa ringrazia proprio Renzi.
Piccoli Rottamatori crescono.
Sempre in Toscana, terra d’elezione di Renzi, Leonardo Betti sbaraglia il ballottaggio di Viareggio.
A pochi chilometri da Palazzo Vecchio, sede del governo fiorentino, altri due nuovi volti renziani: Alessio Calamandrei ad Impruneta ed Emiliano Fossi a Campi Bisenzio, entrambi eletti al primo colpo.
Così a Gavorrano, nel grossetano, dove ha avuto la meglio Elisabetta Iacomelli.
A San Donà di Piave si laurea sindaco Andrea Cereser, mentre a Salsomaggiore Terme, dove il sindaco Renzi è andato durante la campagna elettorale, è Filippo Fritelli.
In Liguria Alessio Cavarra espugna Sarzana al primo turno, mentre a Velletri si conferma Fausto Servadio e a Melito, nel napoletano, s’impone Venanzio Carpentieri, ad Afragola Domenico Tuccillo, a Imola Daniele Manca.
Mentre nelle elezioni siciliane, dopo aver concluso il primo turno in testa, a Siracusa va al ballottaggio Giancarlo Garozzo. A Comiso ci andrà Filippo Spataro.
“Il Pd sta cambiando, arrivano nuovi sindaci”, ha non a caso rivendicato giorni fa lo stesso Renzi.
Che può adesso aggiungere i sindaci 2013 a quelli già in servizio.
Da Andrea Ballarè, eletto a Novara nel 2011 a Federico Berruti di Savona, anche lui in carica da due anni.
A Forli c’è Roberto Balzani, a Faenza Giovanni Malpezzi, nella città di Bersani, Piacenza, c’è Paolo Dosi, a Rimini Andrea Gnassi, a Lecco Virginio Brivio, a Belluno Iacopo Massaro, che un anno fa vinse sulla candidata di un Pd che non volle fare le primarie.
E poi ancora Giancarlo Piva a Este, Federico Vantini a San Giovanni Lupatoto, Nicola Garbellini a Canaro.
Mentre a Cernusco sul Naviglio c’è Eugenio Comencini, a Giffoni Paolo Russomando, a Pizzo Calabro Gianluca Callipo, a Villapiana, Roberto Rizzuto, a Recanati Francesco Fiordomo, ad Alghero Stefano Lubrano.
E’ un esercito in costruzione. A cui si può aggiungere la presidente del Friuli-Venezia-Giulia Debora Serracchiani, che condivide molte cose con Renzi.
E perfino il suo vice Sergio Bolzonello, ex sindaco di Pordenone: “C’è un numero crescente di sindaci e amministratori che si schiera con noi, che partendo dall’esperienza del territorio chiede con sempre maggior forza di rinnovare il Pd”, rivendica la deputata Simona Bonafè.
Come dire, che nella sempre più probabile corsa congressuale di Renzi, la carica arriverà proprio dagli amministratori.
Sono numeri però, quelli dei sindaci renziani, che non trovano riflesso nelle cariche di partito: non un segretario regionale (in Toscana Renzi ha candidato il deputato Dario Parrini) e solo Luca Lotti è entrato come renziano doc nella segreteria di Epifani (enti locali).
Mentre nella commissione congresso figura solo Lorenzo Guerini.
Il sindaco di Firenze può comunque contare sulla sua pattuglia di 53 parlamentari, con cui si tiene in contatto giornalmente: da Matteo Richetti a Roberto Giachetti, da Paolo Gentiloni a Ivan Scalfarotto, da Dario Nardella ed Ernesto Carbone alla stessa Bonafè. Ma la scalata al Pd si organizza anzitutto dai territori.
Massimo Vanni
Leave a Reply