LA COPERTURA È CORTA: A UNA SETTIMANA DALLA ROBOANTE CONFERENZA STAMPA SULLA MANOVRA, SI SA POCO E NULLA DELLE COPERTURE: DOVE TROVERÀ IL GOVERNO I 14 MILIARDI DI EURO NON A DEFICIT?
LE VOCI NOTE SONO RIDUZIONE DEL SUPERBONUS E TAGLIO DEL REDDITO DI CITTADINANZA, CON CUI SE VA BENE SI ARRIVERÀ A 1 MILIARDO DI RISPARMI. SUGLI ALTRI 13, PER ORA, PUNTI VAGHI E GENERICI
A oggi una considerevole porzione della legge di Bilancio è ancora ignota. A mancare all’appello è buona parte delle cosiddette coperture, cioè le misure con le quali il governo intende finanziare i tagli delle tasse e gli aumenti di spesa su cui è stato invece solerte nella comunicazione.
Durante la conferenza stampa, alle minori entrate e maggiori uscite sono stati dedicati quasi tutti i 63 minuti di presentazione da parte della presidente del Consiglio e dei ministri, mentre poco o nulla si sa su chi pagherà queste misure. O meglio, poco o nulla si sa oltre al deficit aggiuntivo. L’unico punto fermo, già scritto nero su bianco nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, sono infatti i 21 miliardi di deficit aggiuntivo. Dal 3,4 per cento del pil previsto al 4,5 definitivo.
Bene, ma tutto il resto? Sappiamo che la legge di Bilancio interviene su circa 35 miliardi di tagli fiscali e maggiori spese. Per finanziarli, mancano dunque all’appello circa 14 miliardi di euro, cioè ben il 40 per cento degli interventi.
Tra le coperture le uniche voci note sono la riduzione della spesa per il Superbonus, che passa dal 110 al 90 per cento per le case unifamiliari, e il taglio del Reddito di cittadinanza.
Le due misure raggiungono sommate circa 1 miliardo di euro di risparmi. Sui restanti 13 necessari troviamo due punti generici: “Altre entrate” per oltre 6 miliardi di euro e “Altre (minori) spese” circa 7 miliardi. Null’altro viene comunicato su chi effettivamente pagherà questi 13 miliardi.
Il viceministro Maurizio Leo ha affermato in un’intervista che circa 3 miliardi di euro dovrebbero arrivare dalle nuove imposte sugli extraprofitti energetici: un numero su cui possiamo fare affidamento a metà vista la parziale inefficacia del contributo straordinario introdotto dal governo Draghi, ma per ora atteniamoci ai numeri dell’esecutivo.
La seconda voce dovrebbe arrivare – sorpresa sorpresa – dalle pensioni, o meglio dalla mancata rivalutazione totale all’inflazione degli assegni oltre i 2.100 euro al mese. Da qui secondo i numeri del Dpb e delle anticipazioni giornalistiche dovrebbero arrivare circa 2 miliardi di euro.
Anche sui risparmi di spesa dal reddito di cittadinanza – 734 milioni di euro – va usato il condizionale, dal momento che il ministero dell’Economia scrive nel suo comunicato che “verranno allocati in un apposito fondo che finanzierà la riforma complessiva per il sostegno alla povertà e all’inclusione”.
Ciò significa – evidentemente – che questi soldi non potranno finanziare il taglio del cuneo fiscale o l’espansione del regime forfettario per le partite Iva. E infine l’innalzamento delle accise sulle sigarette, per 138 milioni di euro.
Basta una calcolatrice per accorgersi che al conto mancano ancora sei miliardi di euro, su cui non è disponibile alcuna informazione.
(da Il Foglio)
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