LA FARSA DELLA POLIZIA CHE TOGLIE GLI STRISCIONI STA PER FINIRE
CONTRORDINE DEL VIMINALE: STA RIVELANDOSI UN BOOMERANG PER SALVINI, MEGLIO NON INTERVENIRE
La buffonata delle forze dell’ordine che rimuovono gli striscioni contro Salvini potrebbe essere finita.
Dopo l’incredibile episodio di Brembate, ciliegina sulla torta di altre sceneggiate in giro per l’Italia, il Viminale comincia a temere il boomerang elettorale e decide di intervenire in queste situazioni solo se c’è un pericolo imminente.
A scriverlo è oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, che racconta come all’inizio della vicenda al ministero dell’Interno hanno invocato le regole«sullo svolgimento delle adunanze elettorali», lo stesso capo della polizia Franco Gabrielli in un’intervista al Corriere della Sera ha ricordato come «per i comizi elettorali ci fosse addirittura una norma posta a garanzia del loro svolgimento senza provocazioni di sorta». Ora però la situazione sta rapidamente cambiando:
Ma esaminando quanto accaduto negli ultimi giorni ci si è resi conto che la rimozione delle scritte rischiava di trasformarsi in una vera e propria interferenza, anche perchè si è avuta la sensazione che in alcuni casi la decisione del funzionario di polizia potesse essere stata presa proprio per compiacere il ministro. E così si è deciso, sia pur senza formalizzare al momento alcun atto, di richiamare i questori ad esaminare con attenzione la situazione che si crea durante i comizi e disporre la rimozione dello striscione soltanto quando causa un pericolo reale.
E dunque se si tratta di insulti al partito o alla persona va bene l’ordine di toglierlo, ma se invece si tratta di contestazione generica, meglio astenersi. Anche su questo Gabrielli era stato esplicito, e proprio questo è stato ribadito nelle ultime ore: «Quando si verificano situazioni di potenziale turbativa, spetta al funzionario in strada fare le valutazioni del caso ed evitare che possano provocare conseguenze».
Si noti come nel pezzo si sostiene che gli insulti “al partito” o “alla persona” non vadano bene, ma il concetto di insulto è talmente grande che questa norma invece permette di intervenire sempre e comunque: scrivere che “Questa lega è una vergogna” — come è successo in alcune piazze del Sud — è un insulto o no? Parrebbe invece una critica politica. Però le forze dell’ordine nell’occasione sono intervenute.
E allora? Che si fa, li si punisce come quelli che strappano il telefono dalle mani dei manifestanti?
Si tratta evidentemente del bizzarro tentativo di metterci una pezza del quale fa parte anche la surreale intervista di Franco Gabrielli al Corriere della Sera: lì il capo della polizia ha infatti sostenuto che Salvini si metta le divise della polizia per un “gesto d’attenzione” nei confronti delle forze dell’ordine. E non quindi per campagna elettorale come è evidente anche a un cieco.
E ancora: ma se le regole sono queste e lo sono da sempre, come si sostiene nell’articolo, perchè ieri è stato tolto lo striscione “Non sei benvenuto” a Brembate? Lì dov’è l’insulto?
(da “NextQuotidiano”)
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