MAGISTRATO ARRESTATO IN CALABRIA: SOLDI E SESSO IN CAMBIO DI FAVORI
ACCUSATO DI CORRUZIONE IN ATTI GIUDIZIARI, ALTRI OTTO INDAGATI
La Guardia di Finanza ha arrestato questa mattina, coordinata dalla DDA di Salerno, un magistrato della Corte d’Appello di Catanzaro e due avvocati.
L’accusa per Marco Petrini è di corruzione in atti giudiziari, mentre per alcuni degli altri indagati potrebbe scattare l’aggravante dell’art. 416 bis.
Secondo la Dda di Salerno, le indagini “hanno permesso di ricostruire una sistematica attività corruttiva nei confronti di un Presidente di sezione della Corte d’Appello di Catanzaro nonchè Presidente della Commissione Provinciale Tributaria del capoluogo di regione calabrese”.
Secondo il comunicato stampa della Dda di Salerno, gli indagati promettevano soldi, beni preziosi e prestazioni sessuali al Presidente di sezione della Corte d’Appello “per ottenere, in processi penali, civili e in cause tributarie sentenze o comunque provvedimenti favorevoli a terze persone concorrenti nel reato corruttivo”. In alcuni casi, i favori sarebbero stati “diretti a vanificare, mediante assoluzioni o consistenti riduzioni di pena, sentenze di condanna pronunciate in primo grado dai tribunali del distretto, provvedimenti di misure di prevenzione, già definite in primo grado o sequestri patrimoniali in applicazione della normativa antimafia, nonchè sentenze in cause civili e accertamenti tributari”.
Il magistrato sarebbe in una condizione economica difficile da tempo. Secondo la Dda, ”è stata accertata […] la grave situazione di sofferenza finanziaria in cui versava il magistrato arrestato”. Una situazione “cronicizzata ed assolutamente non risolvibile nel breve periodo”.
Le indagini sono partite nel 2018. 8 persone sono interessati dai provvedimenti: uno di questi è agli arresti domiciliari, mentre per gli altri 7 è stata disposta la custodia cautelare in carcere. I due avvocati arrestati fanno parte, rispettivamente, del foro di Catanzaro e di Locri.
Secondo il comunicato stampa della Dda, un attore fondamentale in tutto questo è un “insospettabile”, cioè un medico in pensione ed ex dirigente dell’Asp di Cosenza: Emilio Santoro. Quest’ultimo “oltre a ‘stipendiare’ mensilmente il magistrato per garantirsi l’asservimento stabile delle funzioni dello stesso, si prodigava altresì per procacciare nuove occasioni di corruzione”, promettendo a persone indagate o condannate in primo grado trattamenti di favore.
Non solo: gli inquirenti avrebbero accertato che gli indagati si sarebbero attivati per “far riottenere il vitalizio ad un ex politico calabrese che, nel corso della V legislatura regionale, ricopriva la carica di Consigliere della Regione Calabria”. Si tratta di Giuseppe Tursi Prato, “già condannato nel 2004 per vari reati, fra cui quello di associazione mafiosa, per il reato di traffico di influenze illecite”.
(da “Huffingtonpost”)
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