MARINA OVSYANNIKOVA, DOPO LA LIBERAZIONE, RINGRAZIA CHI LE HA DATO SUPPORTO: “NON HO DORMITO PER DUE NOTTI“
“SONO STATA INTERROGATA PER 14 ORE DALLA POLIZIA“
La giornalista che aveva interrotto il tg russo mostrando un cartello contro la guerra, Marina Ovsyannikova, è stata rilasciata dopo la condanna a pagare una multa di 30mila rubli – circa 250 euro – per “organizzazione di un evento pubblico non autorizzato”.
Adesso, Ovsyannikova è apparsa pubblicamente e ai giornalisti ha rilasciato alcune dichiarazioni, promettendo di fornire ulteriori dettagli domani. “Non ho dormito per due giorni, sono stata interrogata per 14 ore dalla polizia”, ha detto, ringraziando per il supporto quanti si erano spesi per lei
La condanna nei suoi confronti non era per il suo gesto di irrompere nello studio televisivo, ma per il suo appello social registrato in precedenza nel quale invitava i cittadini a scendere in piazza e protestare
“Quello che sta accadendo in Ucraina è un crimine. E la Russia è l’aggressore qui. E la responsabilità di questa aggressione ricade sulla coscienza di un solo uomo: Vladimir Putin. Mio padre è ucraino. Mia madre è russa. E non sono mai stati nemici. E questa collana che indosso è un simbolo del fatto che la Russia deve porre fine immediatamente a questa guerra fratricida. E i nostri popoli fraterni potranno ancora fare la pace. Sfortunatamente, ho passato molti degli ultimi anni lavorando per Channel One, facendo propaganda al Cremlino, e me ne vergogno profondamente. Mi vergogno di aver permesso che le bugie provenissero dallo schermo della TV. Mi vergogno di aver permesso la zombificazione del popolo russo. Siamo rimasti in silenzio nel 2014 quando tutto questo era appena iniziato. Non abbiamo protestato quando il Cremlino ha avvelenato Navalny. Abbiamo semplicemente osservato in silenzio questo regime antiumano all’opera. E ora il mondo intero ci ha voltato le spalle. E le prossime 10 generazioni non laveranno via la macchia di questa guerra fratricida. Noi russi siamo persone intelligenti e intelligenti. È solo in nostro potere fermare tutta questa follia. Vai a protestare. Non aver paura di niente. Non possono rinchiuderci tutti“
(da agenzie)
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