MIGRANTI, 50 MORTI DI FAME, SETE E USTIONI SU UN GOMMONE PARTITO DALLA LIBIA: “INASCOLTATI GLI SOS”
I RACCONTI DEI 25 SUPERSTITI, PER UNA SETTIMANA ALLA DERIVA, SALVATI POI DALLA OCEAN VIKING… UN CLASSICO CASO DI OMISSIONE DI SOCCORSO DA PARTE DI GOVERNI CRIMINALI
Cinquanta morti di ustioni, fame, sete su un gommone rimasto invisibile per una settimana nonostante le richieste di aiuto. Corpi (e tra questi anche quelli di cinque bambini) pietosamente gettati nella infinita fossa comune del Mediterraneo da chi era ancora rimasto in vita. Donne costrette a dire così addio ai loro figli, uomini, donne, tanti ragazzi che hanno visto spegnersi sotto i loro occhi i compagni di viaggio con cui si erano imbarcati una settimana fa dalla Libia.
Sono racconti dell’orrore quelli fatti ai volontari di Sos Mediterranée dai 25 superstiti presi ieri a bordo della Ocean Viking in acque internazionali in zona Sar libica.
Tutti in condizioni psicofisiche drammatiche hanno raccontato di aver visto per giorni volare aerei ed elicotteri sul loro gommone ormai alla deriva ma di non avere ricevuto soccorsi da nessuno.
E di essere rimasti ormai da giorni senza cibo né acqua. Così, qualcuno in stato di incoscienza, sono stati trovati ieri dalla Ocean Viking intervenuta in un tratto di mare rimasto privo di soccorsi da giorni visto che altre tre navi umanitarie, le Sea Watch 4 e 5 e la Humanity1, sono sotto sequestro in Italia.
Nei giorni scordi Alarm phone aveva girato la segnalazione di un gommone con 75 persone a bordo che invocava aiuto ma non è ancora chiaro se si tratti della stessa imbarcazione.
(da La Repubblica)
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