NELLA SUA MEGA-DISCOTECA BELSITO NON AMA GLI SFOTTO’: E I SUOI BUTTAFUORI FANNO ROTOLORE GIU’ DALLE SCALE UNA RAGAZZA
E’ ACCADUTO AL “SOL LEVANTE” DI LAVAGNA, GESTITO DALL’EX TESORIERE DELLA LEGA CHE L’AVREBBE RILEVATA ANCHE CON UN ASSEGNO DI QUEL BONET IN CONTATTO CON LA ‘NDRANGHETA
«Francesco Belsito si è arrabbiato per una nostra battuta dopo che, all’inizio della serata, ci aveva sempre risposto a tono. Ci stava, a quegli sfottò. Io stessa gli avevo detto “beato te che hai tutti quei soldi” e lui non si era incavolato. Ma alla fine ha chiamato i “buttafuori”, si sono chiusi in uno stanzino con un nostro amico per chiarire perchè questi ce l’avesse con lui e dopo ne è venuta fuori la zuffa».
È la sintesi di una serata finita al Pronto soccorso, il racconto fatto dalla venticinquenne che domenica mattina alle 4.20 è rotolata giù – spinta dalla security, secondo la sua ricostruzione – dalle scale interne alla discoteca Sol Levante di Cavi di Lavagna, assieme al suo fidanzato e a un amico.
Sintesi che gli agenti del commissariato di Chiavari hanno raccolto nella relazione di servizio redatta dopo essere andati fuori dal ritrovo per calmare gli animi.
Scaldati da quelle battute rivolte all’ex tesoriere della Lega Nord, finito al centro delle inchieste sull’utilizzo del denaro del Carroccio e adesso alla cassa dell’open bar della discoteca.
Gestita, secondo i bene informati, da lui e da Sabrina Dujany, militante leghista e donna di fiducia dell’ex cassiere.
L’interesse di Belsito per il locale, punto di riferimento delle serate in riviera, risale alla primavera scorsa.
Quando l’allora funzionario di partito, nelle intercettazioni delle inchieste sulla sua gestione dei fondi della Lega, era stato tirato in ballo come uomo interessato a rilevare quote del locale.
Una partita che avrebbe dovuto essere chiusa con due milioni e mezzo di euro. Una parte dei quali, scrivevano gli inquirenti, centomila euro, sarebbe giunta tramite un assegno di Stefano Bonet, imprenditore veneto che secondo la Dia di Reggio Calabria era in rapporto con Belsito.
Al di là di come sia finita la corsa al Sol Levante e alla società che lo gestisce, la Movida srl, in questo periodo a manovrare il timone della discoteca sono la Dujany e l’ex cassiere, che si occupa dell’open bar.
«Siamo arrivati per una festa di compleanno – racconta la ragazza – Quando abbiamo visto Belsito, ci è venuta spontanea qualche battuta. Lui rispondeva gentile, ridendo. Mi ha detto “sì, i soldi, se venite dopo ve li do”. Si capiva che scherzava. Per questo non ci siamo fatti troppi problemi a fargli ancora qualche battuta».
La serata procede, la ragazza e il suo fidanzato, di 31 anni, continuano a divertirsi e a ballare, assieme ad altri due amici.
Sino a che, alle 4.20, non se ne vanno. «Uno dei ragazzi, andandosene, saluta Belsito dicendogli “allora per i soldi ci sentiamo”, una battuta anche quella, ma questa volta lui si è arrabbiato».
I quattro stanno per andarsene quando arrivano gli uomini della sicurezza: «Belsito ha fatto chiamare un nostro amico, ma non quello della battuta; i sono sbagliati e hanno preso da parte l’altro, che non ne sapeva niente – prosegue la giovane – A quel punto hanno iniziato a chiedergli perchè ce l’avesse con Belsito, erano in uno stanzino, sei o sette buttafuori, il nostro amico e lo stesso Belsito».
A un certo punto, raccontano sempre le vittime alla polizia, il ragazzo accusato della battuta sbotta.
«Quelli continuavano a chiedere cosa avesse contro quel tizio, lui non sapeva rispondere perchè non aveva fatto le battute; a quel punto ha guardato Belsito e gli ha detto che non gli piacevano i suoi atteggiamenti per quello che era successo e di cui avevano scritto i giornali – spiega il fidanzato della ragazza – Loro hanno continuato a fare domande e il mio amico ha detto che non gliene fregava niente (ma con un’altra parola…) di Belsito. Si sono arrabbiati. Io da dietro ho cominciato a gridare perchè lo vedevo in difficoltà , gli urlavo di venire via».
È stato un attimo. «Quelli della sicurezza hanno detto “andate via” e nel parapiglia ci hanno spinto – spiega l’uomo – Per terra era bagnato e siamo caduti dalla scala: io, la mia fidanzata e l’amico rimasto fuori dalla stanza. Uno volta in fondo ci sono venuti addosso».
Marco Fagandini
(da “il Secolo XIX“)
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