OMICIDIO CERCIELLO, SCOPPIA IL CASO DELLE FRASI DELLE INTERCETTAZIONI SBAGLIATE E MANCANTI
ELDER NON SAPEVA CHE I DUE FOSSERO CARABINIERI, MA NELLA TRADUZIONE LA SUA AFFERMAZIONE E’ SPARITA
Alcune frasi dell’informativa finale dell’indagine sull’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega in cui Lee Finnegan Elder è a colloquio in carcere con il padre e un avvocato americano sarebbero state tradotte in modo errato mentre altre, contenute nei video allegati, non sarebbero state proprio riportate nell’atto.
Dopo aver riascoltato i nastri e affidato una consulenza a esperti traduttori, gli avvocati dello stesso 19enne, Renato Borzone e Roberto Capra, hanno scoperto che alcuni passaggi riportati, sui momenti precedenti all’uccisione di Cerciello Rega avvenuta lo scorso 26 luglio, erano diversi da come scritto dagli inquirenti.
Da quanto tradotto dal consulente degli avvocati, quindi, Elder non sapeva che Cerciello e Andrea Varriale, il secondo agente di pattuglia, fossero carabinieri. “Pensavamo fossero mafiosi o qualcosa del genere”, è una delle frasi mancanti.
E poi, “non hanno mostrato nulla. Non hanno detto nulla”. In sostanza, quindi, Elder non ha fatto alcuna ammissione: “Non sapevo che fosse un poliziotto. Pensavo fosse un tizio qualunque, un malvivente (…) un tipo mafioso”.
Quanto al passaggio nell’informativa in cui si fa riferimento al tesserino che i carabinieri avrebbero mostrato, ovvero la frase “they flashed their cards or whatever”, pronunciata da Elder, si farebbe riferimento a un passaggio precedente, ovvero a quanto avvenuto a piazza Mastai alcune ore prima, quando Elder e Gabriel Natale Hjorth stavano provando ad acquistare della droga da Sergio Brugiatelli, prima che Natale fosse intercettato dai militari.
“Loro gli hanno tipo, velocemente mostrato i tesserini (…) hanno detto di essere carabinieri e lui non li ha creduti, pensava che lo avessero fottuto perchè era un turista americano”, è la frase tradotta dall’interprete nominato dagli avvocati di Elder. Un passaggio in cui lo stesso 19enne riporta quanto gli aveva riferito Natale Hjorth.
Quanto ai consulenti incaricati dagli inquirenti alla traduzione, si tratta di due interpreti, uno di nazionalità italiana e uno svedese.
“Siamo rimasti stupefatti ma nulla di quello che risulta sulla traduzione sui punti essenziale è corretto. Dimostreremo nel processo che le nostre traduzioni mostreranno tutta la verità . Un po’ preoccupante quello che è accaduto” ha commentato l’avvocato Renato Borzone. Mercoledì 26 febbraio in Corte d’Assise inizia il processo.
(da “NextQuotidiano”)
Leave a Reply