PER I CINQUESTELLE LA COLPA DEL FLOP E’ DELLA COMUNICAZIONE E DELLA STAMPA? MA SE NON SI HA NULLA DA COMUNICARE, DOVE STANNO LE COLPE?
DA QUANDO SONO IN PARLAMENTO I CINQUESTELLE HANNO AVUTO UNA SOLA STRATEGIA: ATTACCARE IL PD E SALVARE BERLUSCONI… E L’ELETTORATO SI STA ACCORGENDO DEL BLUFF PER CONTO TERZI
Siamo tra i pochi, a destra, ad aver aperto un fronte anti-grillino ancorato al concatenarsi di fatti precisi, avendo seguito, non fosse altro perchè l’abbiamo visto nascere nella nostra città , la genesi del movimento Cinquestelle.
Una premessa: non discutiamo la buona fede della base, denunciamo la strategia dei vertici, che è cosa ben diversa.
Se è vero che il nucleo iniziale dei Cinquestelle era composto da persone animate dalla volontà di reale cambiamento, la crescita del Movimento è stato caratterizzato da scelte precise: allontanamento dei “puri”, progressivo passaggio di consegna a riciclati con provenienze varie (persone che politica l’avevano in realtà gia fatta in vari movimenti, non certo neofiti), accreditamento di una corte dei miracoli e di norme interne degne del Comintern, mancanza assoluta di democrazia.
Non a caso il denominatore comune dello “stare insieme” è stato trovato nel riciclaggio di battaglie altrui: dal No Tav al No Euro, dalla lotta anticasta a quella del taglio dei costi dei partiti.
Tutte lotte portate avanti da anni da altri Movimenti di base, sia di destra che di sinistra, di cui si è fatto un mix populista per poter vendere un prodotto appetibile a tutti.
Tale sintesi ha trovato nel comunicatore Casaleggio l’assemblatore che ha preparato l’imballaggio e in Grillo l’attore più capace di portarla in scena.
Essendoci negli Italiani “fame di legalità e di lotta al privilegio”, il ben miscelato prodotto ha trovato molti acquirenti, come era logico e giusto.
Ma a questo punto il giocattolo che doveva semplicemente tenere “congelato” il voto di protesta di milioni di italiani (per conto terzi) è sfuggito di mano ai suoi burattinai: ricordate il timore di Grillo, alla vigilia delle politiche, di prendere troppi voti e la paura di doverli poi gestire in fase propositiva?
Qualsiai altro partito avrebbe messo sul tavolo le proprie richieste programmatiche e trattato per un governo che ne recepisse almeno tre su dieci.
Non è stato fatto per due ragioni: la prima, secondaria, è che si sarebbe trattato di proposte talmente campate in aria, demagogiche e dai costi spropositati che avrebbero fatto saltare l’economia del nostro Paese a livelli peggiori della Grecia.
La seconda, più inconfessabile, è che il vertice ha pilotato i gruppi alla predefinita madre di tutte le battaglie: attaccare il Pd e salvare Berlusconi.
Qualcuno obietterà : ma come, se i grillini vogliono addirittura l’ineleggibilità di Berlusconi…
Palle, per un motivo molto semplice: Berlusconi, in base alla normativa vigente, non è ineleggibile perchè non è legale rappresentante delle sue emittenti.
Che poi lo sia di fatto, per la legge conta meno che zero, la norma vigente è quella: la presunta battaglia grillina per la sua ineleggibilità è solo un bluff che non reggerebbe al primo ricorso alla Suprema Corte.
E questo i Cinquestelle lo sanno benissimo, usano l’argomento solo per i gonzi cui carpiscono il voto in funzione anti-cavaliere, salvo poi rendergli ogni tipo di servigio dietro le quinte.
Eccoli in suo soccorso, con la loro presunta intransigenza, contro Bersani che non voleva le larghe intese, eccoli nel rifiutare un dialogo con il Pd come avrebbe voluto il 60% del loro elettorato, eccoli reprimere il dissenso interno che avrebbe potuto portare a discutere le parole d’ordine del duo G & C, eccoli uniformarsi al Pdl su temi come l’ immigrazione, eccoli nel non sottolineare per nulla la lotta all’evasione fiscale come una priorità , eccoli strizzare l’occhio ai leghisti nel nord est.
E, caso strano, anche le collaudate “macchine del fango”, brevettate dai media vicini al Cavaliere, non arrivano mai a chiedere che G & C rendano pubblici gli introiti milionari del blog che, essendo organo del Movimento, dovrebbero essere destinati al Movimento stesso e non a privati.
Grillo ha eseguito il mandato ricevuto: permettere l’inciucio di Silvio con il Pd, garanzia di altri due anni di compromessi a tutela degli interessi propri e del Cavaliere.
Uno continuerà a fare il finto rivoluzionario, l’altro il finto statista.
Ma il voto di oggi e la perdita di metà dei consensi alle amministrative rappresenta il segnale che molti italiani hanno cominciato a capire che non basta mandare avanti degli sprovveduti che discutono un mese di diarie, salvo tenersele, per coprire una regia occulta e interessata ai propri giochi di potere.
Non a caso le alternative a Berlusconi oggi sono Grillo e Renzi: Silvio non solo è riuscito a mantenere saldo il proprio potere, ma si è anche scelto gli oppositori più congeniali ai suoi affari.
Geniale, ammettiamolo.
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