PROCESSO A SALVINI, LA CASELLATI FA VINCERE LA LINEA DEL CENTRODESTRA: LA SECONDA CARICA DELLO STATO CHE NON SI ASTIENE E’ VERGOGNOSO
SI VOTA IL 20 GENNAIO CON IL SUO VOTO DECISIVO… LA MAGGIORANZA: “ATTO GRAVISSIMO, NON E’ PIU’ SUPER PARTES, DEVE DIMETTERSI”
Il primo voto del Senato sull’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini per il caso della nave militare Gregoretti sarà il 20 gennaio. Una decisione presa dalla Giunta per il regolamento di Palazzo Madama, con il voto decisivo della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha scelto di esprimere la sua preferenza a favore della linea sostenuta dal centrodestra (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia).
La decisione fa saltare sulla sedia la maggioranza che protesta per la mancata osservanza del ruolo super partes della presidente in una giunta per il regolamento, un organismo di garanzia del Senato, in cui la situazione è di perfetto equilibrio (6 a 6).
Il peso della Casellati
In realtà l’effetto del voto della presidente Casellati è molto più concreto: senza la sua preferenza, vista la situazione di parità in Giunta per il regolamento (6 a 6), la proposta del centrodestra sarebbe stata respinta e il voto sulla relazione Gasparri sarebbe stato rinviato direttamente all’Aula (comma 6, articolo 135 bis del regolamento del Senato), quindi a data da destinarsi e senz’altro oltre la prossima settimana.
Proprio ieri in Aula al Senato la presidente Casellati era peraltro intervenuta brevemente dal banco della presidenza per una precisazione: “Io non rappresento il membro dell’opposizione. E’ una doverosa specificazione sui numeri della Giunta”.
Il Pd parla con la sua voce più autorevole, quella del segretario Nicola Zingaretti che sottolinea “un atteggiamento molto scorretto e grave della presidente del Senato, che è venuta meno alla sua funzione di super partes e si è schierata su un punto così delicato dalla parte di una componente del Senato”.
Nel M5s — che a inizio legislatura ha votato Casellati presidente — c’è chi arriva a chiedere le dimissioni della presidente: “Si è resa protagonista di una decisione di parte — dice Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera — violando ogni criterio di imparzialità e facendosi chiaramente influenzare da motivi extra-istituzionali. È un fatto grave perchè stiamo parlando della seconda carica dello Stato. Dovrebbe dimettersi”.
Marcucci (Pd): “Casellati ha gettato la maschera. Votando con le opposizioni ha deciso di non essere super partes”
Tutto questo naturalmente ha uno sviluppo del tutto tecnico, com’è stato tutto il braccio di ferro degli ultimi dieci giorni di battaglia parlamentare nella quale maggioranza e opposizione se le sono date a colpi di regolamento e di calendario. Ma proprio la tempistica è legata a un significato politico, su cui la maggioranza Pd-M5s-Leu-Italia Viva da una parte e la minoranza di centrodestra dall’altra si sono battute all’ultimo voto: votare il 20, lunedì, a 5 giorni dalle elezioni regionali che Salvini ha investito di senso nazionale, spingerà il leader della Lega a usarla come ulteriore arma di propaganda elettorale.
Pd e M5s: “Casellati è scesa in campo, non più arbitro”
La maggioranza è furente nei confronti della presidente del Senato. “Da oggi — dice il capogruppo Andrea Marcucci — è certificato, dai suoi atteggiamenti e dalla sua volontà di esprimersi che la presidente del Senato non è più super partes e ha deciso di entrare, per motivi suoi che riteniamo non sufficienti, di scendere pesantemente nell’agone politico diventando un presidente Senato di parte”. “La presidente ha gettato la maschera, ha fatto un colpo di mano — aggiunge Marcucci — La consideriamo una situazione gravissima per il Paese”. Casellati, aggiunge la vicecapogruppo del M5s Alessandra Maiorino, “con il suo voto insieme alle opposizioni smette di essere arbitro e indossa la maglia di una delle squadre in campo”.
De Petris (LeU): “Casellati ha fatto scelta di parte, non ce lo aspettavamo. Forse tutto programmato”
L’ipotesi di una contromossa della maggioranza: disertare il voto
Così ora circola l’ipotesi che i gruppi favorevoli al processo (cioè il centrosinistra più i Cinquestelle) possano disertare la Giunta delle immunità il 20 gennaio, visto che in Aula poi l’esito potrebbe essere ribaltato dalla maggioranza che sostiene il governo (e a quel punto l’iter ripartirebbe daccapo con relatore e relazione nuovi).
Per ora Marcucci non conferma: “Non lo so, ne ragioneremo. Di sicuro la Giunta si riunisce in modo illegittimo” risponde. “Ma la cosa più grave — ha aggiunto — è che noi avevamo proposto che si riunisse oggi per completare il nostro lavoro, ma evidentemente questa cosa non era di gradimento. Così hanno fatto un colpo di mano gravissimo. Siamo molto preoccupati per la democrazia”.
Invece è passata la linea del centrodestra, grazie al sostegno della Casellati: si voterà lunedì. Torneranno Grasso e Giarrusso, non ci sarà il senatore delle Autonomie Meinhard Durnwalder che si è fatto male e è in ospedale. Lui però è orientato al no al processo. Così la votazione sulla carta finirebbe 12-11 contro la relazione Gasparri, cioè a favore del processo.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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