PROFUGHI, LA GRANDE MISTIFICAZIONE: RISPETTO ALLA STESSA DATA DELL’ANNO SCORSO SOLO 4.963 ARRIVI IN PIU’
DA 47.708 A 52.671 PROFUGHI … NEL 2013 SETTE NAZIONI IL CUI PIL E’ 1/5 DI QUELLO UE HANNO ACCOLTO DA SOLE 5.439.700 PROFUGHI, L’EUROPA DELLA VERGOGNA SI STRAPPA LE VESTI PER ACCOGLIERNE 40.000
Da set ti mane si agita lo spet tro delle per sone sbar cate in Ita lia per cer care rifu gio nel nostro o negli altri paesi euro pei.
In realtà , il loro numero dall’inizio dell’anno al 7 giu gno è di 52.671.
Quindi, poco più dei 47.708 regi strati nello stesso periodo dell’anno scorso.
Sulla base di que sto trend è cal co la bile un numero di 190.000 a fine anno (200.000 secondo altri).
Come si giu sti fi cano, allora, le posi zioni estreme e i toni, talora quasi para noici, rag giunti nel dibat tito su que sto feno meno in Ita lia e in Europa?
Dav vero si vuol far cre dere che l’arrivo di alcune cen ti naia di migliaia di per sone costi tui sca una minac cia per gli equi li bri eco no mici e sociali di un gruppo di paesi tra i più ric chi del mondo?
In realtà , stiamo assi stendo a una gros so lana mistificazione.
Intanto, sem bra smar rito ogni senso delle pro por zioni e si parla come se s’ignorassero dati di fatto signi fi ca tivi.
I paesi mem bri dell’Ue, alla fine del 2013, con ta vano un numero di immi grati di prima gene ra zione (cioè nati all’estero), rego lar mente regi strati ed attivi nelle
rispet tive eco no mie assom manti a più di 50 milioni, di cui circa 34 milioni nati in un paese non euro peo.
Que sti immi grati, come gli altri che li hanno pre ce duti, con cor rono diret ta mente alla pro du zione e alla ric chezza di quei paesi.
E non si vede pro prio come nuovi flussi che si aggiun gono a quelli regi stra tisi negli anni pre ce denti non pos sono essere assor biti con van taggi demo gra fici, eco no mici e socio-culturali, solo che si adot tino poli ti che appro priate e posi tive d’inclusione sociale.
In secondo luogo, invece di con tra stare sen ti menti xeno fobi, che pure alli gnano in parti della popo la zione, li si stru men ta lizza e inco rag gia pur di gua da gnare con sensi elet to rali nel modo più spre giu di cato.
L’esempio più vicino di tale irre spon sa bile com por ta mento viene dalle dichia ra zioni dei gover na tori di alcune delle regioni più ric che del paese che sem brano igno rare che pro prio la van tata ric chezza di quelle regioni è dovuta anche al mas sic cio sfrut ta mento del lavoro degli immi grati.
Sfrut ta mento tanto più facile e pesante con i clan de stini.
E que sto ci porta dritto alla seconda misti fi ca zione cui stiamo assi stendo in Ita lia e in Europa.
Indi care gli immi grati come una minac cia serve a moti vare misure di con tra sto e leggi restrit tive che in realtà ser vono a sfrut tare al mas simo il loro lavoro, indu cen doli a lavo rare in nero, in impie ghi pesanti e mal pagati, in affitto, a chia mata e simili. Infatti, sono pro prio le soglie di sbar ra mento all’integrazione, poste sem pre più in basso, e il man cato o dif fi col toso rico no sci mento dei diritti ai lavo ra tori immi grati che per met tono ai gruppi diri genti eco no mici e ai loro alleati poli tici di sfrut tare anche l’immigrazione per spin gere verso la con cor renza al ribasso delle con di zioni di lavoro. In tal modo, si ren dono più age voli le poli ti che di restri zione dei diritti dei lavo ra tori e di sman tel la mento dello Stato sociale.
In terzo luogo, agi tare lo spet tro del peri colo immi gra zione occulta altre
respon sa bi lità .
Il fatto, cioè, che i mag giori paesi euro pei, Gran Bre ta gna e Fran cia in testa, ma seguiti anche da Ger ma nia e Ita lia si sono fatti pro mo tori, accanto agli Stati Uniti e insieme ad altri, di pesanti inter venti politico-militari in Africa e in Medio Oriente.
L’elenco è lungo. Si può comin ciare dall’interminabile guerra in Afgha ni stan. Si può pro se guire con il sup porto dato alla ribel lione con tro il regime siriano, rin fo co lando con flitti civili e reli giosi che ora sfug gono ad ogni con trollo.
Ancor più diretto è stato l’intervento in Libia, col risul tato di una situa zione, se
pos si bile, ancor più con fusa e ingo ver na bile.
Si è sof fiato sul fuoco di vec chi con flitti tra le popo la zioni in Africa Centro-orientale per se guendo obiet tivi tutt’altro che chiari.
E lo stesso può dirsi per gli inter venti in Mali e altri paesi.
Nel 2013, il numero di pro fu ghi che hanno cer cato di fug gire da zone di guerra,
con flitti civili, per se cu zioni e vio la zioni dei diritti umani è stato di 51,2 milioni. Anche a con si de rare circa un quinto di essi, vale a dire gli 11,7 milioni di per sone che, in quell’anno, si tro va vano sotto il diretto man dato dell’Alto com mis sa riato per i rifu giati delle nazioni unite e per i quali dispo niamo di dati certi, vediamo che più della metà era costi tuito da per sone che fug gi vano dalla guerra in Afgha ni stan (2,5 milioni), dall’improvvisa defla gra zione del con flitto in Siria (2,4 milioni), dalla recru de scenza degli scon tri da tempo in atto in Soma lia (1,1 milione).
Ad essi segui vano i pro fu ghi pro ve nienti dal Sudan, dalla Repub blica demo cra tica del Congo, dal Myan mar, dall’Iraq, dalla Colom bia, dal Viet nam, dall’Eritrea.
Per un totale di altri 3 milioni, sem pre nel solo 2013.
Altri richie denti asilo cer ca vano di scam pare dai «nuovi» con flitti in Mali e nella Repub blica Centrafricana.
La grande mag gio ranza di que ste e altri milioni di per sone fug gite da situa zioni di peri colo e sof fe renza, sem pre nel 2013, non hanno cer cato e tro vato acco glienza nei paesi più ric chi d’Europa o negli Usa, bensì nei paesi più vicini.
Paesi con un Pil pro capite basso e variante tra i 300 e i 1.500 dol lari l’anno.
Infatti, fin dallo scop pio della guerra del 2001, il 95% degli afgani ha tro vato rifu gio in Paki stan.
Il Kenya ha accolto la mag gio ranza dei somali. Il Ciad molti suda nesi.
Men tre altri somali e suda nesi hanno tro vato rifu gio in Etio pia, insieme a pro fu ghi
eri trei.
I siriani si sono river sati in mas sima parte in Libano, Gior da nia e Tur chia.
Di fronte all’entità di que sti flussi, il numero delle per sone che, sem pre nel 2013, hanno cer cato pro te zione inter na zio nale in 8 dei paesi più ric chi dell’Ue, con Pil pro capite dai 33.000 ai 55.000 dol lari, assom mava a 360mila (pari all’83% dei rifu giati in tutta l’Ue).
Que sti dati di fatto dimo strano l’assoluta man canza di fon da mento e la totale
stru men ta lità che carat te rizza la discus sione in atto tra i paesi mem bri e le stesse
isti tu zioni dell’Ue.
Si discute di pat tu glia menti navali, bom bar da menti di bar coni, per con clu dere con quello che viene defi nito un «salto di qua lità » nel dibat tito e che con si ste rebbe nella pro po sta di acco gliere nei 28 paesi mem bri dell’Ue un totale di 40.000 rifu giati in due anni.
Nel 2013, Paki stan, Iran, Libano, Gior da nia, Tur chia, Kenya, Ciad, Etio pia, da soli, ne hanno accolti 5.439.700.
Il che signi fica che un gruppo di paesi, il cui Pil è 1/5 di quello dei paesi dell’Ue, ha accolto in un anno un numero di immi grati e rifu giati che è 136 volte più grande del numero di quelli che sono dispo sti ad acco gliere i paesi della grande Europa in due
Lo spet ta colo di tanta pochezza poli tica e morale induce a chie dersi se i nostri gover nanti e i diri genti di Bru xel les si ren dono conto che stanno asse stando un altro colpo alla cre di bi lità dell’Unione europea.
Ignazio Masulli
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