QUELLO DI DOMANI SERA SARÀ IL DECIMO DISCORSO DA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI SUPER-SERGIO. COSA DIRÀ QUEST’ANNO?
“IL DISCORSO DOVREBBE INCARDINARSI SU QUESTE DUE PAROLE: ASTENSIONISMO E PARTECIPAZIONE”… IL PRESIDENTE CHIEDERÀ PIÙ PARTECIPAZIONE ALLE SCELTE COLLETTIVE E RICORDERÀ CHE LA DEMOCRAZIA NON VIVE SE VIENE SVUOTATA DA DENTRO. E SE I CITTADINI FUGGIRANNO DALLA POLITICA A VINCERE SARANNO QUEI POTERI ECONOMICI CHE CONTROLLANO LE NUOVE TECNOLOGIE
Astensionismo e partecipazione. Dovrebbe incardinarsi su queste due parole di segno opposto la parte più politica del messaggio che Sergio Mattarella rivolgerà agli italiani domani sera, in un appello che — sintetizzato così — fa quasi pensare a uno scongiuro istituzionale.
Ciò che capita sempre più spesso nel nostro Paese, dove l’astensionismo alle urne cresce con un ritmo che è l’esatto contrario della partecipazione in drastico calo dei cittadini alla cosa pubblica. Una tendenza che bisognerà rovesciare.
Ecco il senso della preoccupazione del presidente della Repubblica, che già l’anno scorso aveva invitato tutti a non esprimersi soltanto attraverso i sondaggi o i social, ma appunto «votando, per definire concretamente la strada da percorrere insieme». È l’unico modo per rinsaldare le democrazie in sofferenza, ha ripetuto pochi giorni fa, denunciando il timore che possa allargarsi «la tentazione di un progressivo svuotamento del potere pubblico»
Alludeva al contesto internazionale, cui nessuno può comunque dirsi estraneo. Stavolta non sarà altrettanto crudo e ansiogeno, limitandosi a un discorso piano e semplice. Come lo si potrebbe fare chiacchierando in famiglia per un quarto d’ora (questo il timing previsto).
La sua riflessione partirà dalle paure e dalle attese della gente comune, in ansia anche per le guerre che stanno destabilizzando l’atlante geopolitico mondiale . Poi, concentrandosi sui problemi di casa nostra, Mattarella toccherà i temi della sicurezza nel lavoro, dell’occupazione, del precariato, dei giovani, dei femminicidi. Tuttavia, non si fermerà a questi drammi sociali. Anche se ci troviamo di fronte a prospettive non facili, il presidente dovrebbe distribuire alcune «note di ottimismo». Così come gli saranno ispirate dalla sua formazione culturale e di cattolico, pronto a celebrare il Giubileo (al quale farà un cenno).
(da agenzie)
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