REGIONALI PIEMONTE: CHIAMPARINO FAVORITO PER LA SUCCESSIONE A COTA
IL CINQUESTELLE BONO STACCATO, CENTRODESTRA SPACCATO CON TRE CANDIDATI DIVERSI
Dopo cinque mesi il Piemonte avrà un nuovo presidente. I candidati hanno giocato le ultime carte con gli ultimi appuntamenti prima del silenzio elettorale.
Il favorito è Sergio Chiamparino, l’ex sindaco del capoluogo ed ex presidente della Compagnia di San Paolo, candidato del centro-sinistra sostenuto da Pd, Sel e Moderati.
Contro di lui si schierano Mauro Filingeri per l’Altro Piemonte, Davide Bono per il M5S, l’assessore Gilberto Pichetto Fratin per FI e Lega, il sottosegretario alla giustizia Enrico Costa per Ncd e Guido Crosetto per FdI.
Il vincitore prenderà il posto di Roberto Cota, il presidente leghista destituito a gennaio dal Tar del Piemonte che ha invalidato la sua elezione.
La corsa elettorale
Nel giorno in cui il Tar annulla il voto del 2010, Chiamparino, spinto dalle tante richieste che arrivano dal Pd, si mette a disposizione del partito che lo “incorona” candidato ufficiale a marzo, senza fare le primarie.
Chi invece passa attraverso la selezione dei sostenitori è il M5S: i “grillini” organizzano delle primarie on-line per eleggere i candidati consiglieri che poi, quasi per acclamazione, scelgono Bono quale candidato presidente.
A sinistra invece si cerca un’alternativa più radicale e slegata dai poteri forti del Pd e il nome scelto è quello di un sindacalista 36enne, Filingeri.
Il centrodestra è invece nel caos. La Lega è stata annichilita dalle indagini e gli ex Pdl uccidono sul nascere la coalizione.
Il candidato più forte a livello mediatico è Crosetto, di Fratelli d’Italia, ma gli altri esponenti dell’area non vogliono sottostare all’ex sottosegretario alla difesa.
Così Forza Italia spinge verso Pichetto Fratin, assessore al bilancio di Cota, mentre Ncd presenta il cuneese Costa, sottosegretario alla Giustizia.
Gli ultimi sondaggi pubblici davano la coalizione di Chiamparino in vantaggio intorno al 40 per cento, mentre il M5S, dato sopra il 25 per cento. Il movimento potrebbe comunque risultare il primo partito e dare parecchi grattacapi alla prossima giunta. Oltre a questa difficoltà il futuro presidente dovrà fronteggiarne altre: la Regione ha un debito di quasi dieci miliardi di euro.
Per ripianarlo la giunta Cota ha ridotto le spese per il sociale, in particolare quelle per la scuola e il diritto allo studio, per gli ospedali e l’assistenza medica e quelle per i trasporti, dei tagli che hanno aggravato la situazione dei piemontesi, già colpiti dalla crisi industriale.
Andrea Giambartolomei |
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