RENZI CI AVEVA VISTO GIUSTO: VOLEVA COME LEADER DEL CENTRO PIERFERDINANDO CASINI, PECCATO CHE L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA ABBIA DETTO DI NO NELLA SPERANZA DI ARRIVARE, UN DOMANI, AL QUIRINALE
“PIERFURBY” POSSIEDE I CROMOSONI PERFETTI PER FEDERARE LE DIVERSE ANIME ORFANE DI UN PARTITO LIBERALE CONSERVATORE A FIANCO DEL PD: DEMOCRISTIANO, BUONI RAPPORTI CON IL VATICANO, POI NELLE FILE DEL BERLUSCONISMO FINO ALL’ARRIVO COME INDIPENDENTE, GRAZIE A RENZI, NELL’AREA PD, IL BELL’ASPETTO, L’ELOQUIO PIACIONE E I 40 ANNI IN PARLAMENTO
Se l’amore per il denaro non avesse offuscato la sua mente, chissà dove sarebbe oggi Matteo Renzi. Sicuramente, se fosse stato lontano dallo “sterco del diavolo”, oggi avremmo avuto un’altra leadership d’opposizione al Governo “Qui comando io!” della Meloni, al posto di Elly Schlein (che ha portato comunque il Pd dal 18 al 24%).
Sono bastati i suoi affondi contro le sorelle Meloni e contro il “camerata” Ignazio La Russa per dimostrare che la sua capacità dialettica ha un’efficacia distante anni luce dai paludati leaderini che ambiscono a vari ruoli: i vari Beppe Sala, Paolo Gentiloni, Ernesto Maria Ruffini, Andrea Orlando, Dario Nardella, tutta gente dalla lingua di legno per la cultura di massa di oggi
Nell’intervista alla “Stampa” di ieri, Renzi si è schierato a favore della creazione di un partito di centro (“Serve. E sarà decisivo. Senza un centro cattolico, liberale, riformista accanto al Pd di Schlein, le elezioni non si vincono”), ma si è sfilato dalla corsa alla leadership: “Ho l’ambizione di costruirlo, non di guidarlo. E non voglio regalare il voto dei garantisti, degli imprenditori, dei cattolici a questa destra illiberale”.
Matteonzo, per quanto non ambisca più al ruolo di frontman, non ha deposto ovviamente le sue smanie da kingmaker.
L’ex sindaco di Firenze aveva un piano per costruire il famoso “centro”: mettere i vari partitini che lo compongono (Italia Viva, Azione, +Europa e liste civiche) al servizio dell’unico leader realmente spendibile per il ruolo di federatore dei moderati, cioè Pierferdinando Casini.
A dimostrazione che la politica va capita, prima di farla, l’idea di Casini federatore del centro era più che plausibile. Pierfurby, infatti, da vecchio volpone democristiano, sarebbe stato perfetto per amalgamare le riottose animelle del centro unendo una scaltrezza e un’esperienza rare. Il curriculum di Casini parla chiaro: ex Dc, ex alleato di Berlusconi, eletto da indipendente nelle liste del Pd proprio grazie a Renzi.
Già presidente della Camera, da più di 40 anni, ininterrottamente, in Parlamento, può contare su solidi rapporti con le alte sfere vaticane, e ha un passato da frequentatore dei Family Day (malgrado la sua vita privata).
I cromosomi giusti per acchiappare consensi anche a destra. Renzi, d’altronde, conosce l’importanza di Santa romana Chiesa nella vita politica italiana: la sua stessa ascesa a Presidente della Provincia di Firenze prima, e a sindaco del capoluogo toscano poi, fu “spinta” dalla rete delle parrocchie toscane che, entrate in contrasto con i Ds dell’allora sindaco Leonardo Domenici, invitò gli elettori a sostenere il giovane boy-scout di Rignano sull’Arno.
Dall’alto del nomignolo che inventanno tanti anni fa (“Pierfurby”), Casini può contare su una consolidata e mediatica capacità dialettica, sulla bella presenza che fa presa sulle casalinghe di Voghera, sull’empatia televisiva utile per affabulare gli elettori, e su uno standing da riserva della Prima Repubblica che non guasta mai, visto chi è arrivato dopo gli Andreotti e i Craxi.
Renzi ha sottoposto la sua idea all’amico Casini e si è visto rispondere con un secco “Grazie, preferirei di no”. Le ambizioni dell’ex marito di Azzurra Caltagirone guardano altrove. Al Colle più alto. Non è un mistero che “Pierfurby” sogni di prendere il posto di Sergio Mattarella quando scadrà il suo secondo mandato. Peccato che le nuove elezioni per il Quirinale si terranno nel 2029 e da qui ad allora campa cavallo. Con la politica di oggi non si possono più fare previsioni. Può succedere di tutto e di brutto…
(da Dagoreport)
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