RENZI E QUEL CAPPOTTO ISTITUZIONALE A DOPPIO PETTO ALLACCIATO MALE
DAL SOPRABITO PRESO IN PRESTITO DI DE GASPERI AL CAPPOTTO RETRO’ DI RENZI
Nel film Viva la Libertà di Roberto Andò un finto segretario di partito, interpretato da Toni Servillo pre La Grande Bellezza, andava a visitare un ‘algida Cancelliera tedesca e la seduceva, politicamente parlando, invitandola a ballare un tango a piedi nudi.
Da Renzi, certamente, non ci saremmo aspettati tanto, ma dopo l’exploit della conferenza stampa con slide e estetica mastrotiana veniva naturale pensare a qualche guizzo anche nel grigiore berlinese.
E invece no.
A parte l’omaggio della maglia di Gomez, a Berlino il presidente del Consiglio arriva con aplomb istituzionale quasi inedito.
Ad accompagnarlo ci sono altre 11 persone tra ministri e rappresentanti del Gotha industriale
Si fa sul serio. “Non siamo l’ultimo vagone o somari da mettere dietro la lavagna”, ha fatto sapere Renzi alla vigilia dell’incontro con la Cancelliera. Questa volta bisogna convincere l’Europa.
Si cambiano i toni, ma anche il look, perchè, aristotelicamente parlando, la Forma è sostanza.
E allora ecco che Matteo abbandona la giacca di pelle alla Fonzie sfoggiata negli studi di Amici di Maria de Filippi, il completo in stile Iene con cui ha posato su Vanity Fair e l’abito con cui ha varcato domenica la soglia dell’Eliseo.
L’ex sindaco di Firenze sbarca a Berlino con un cappottone grigio a doppio petto.
Non è un loden di montiana memoria, ma forse il capo vuole trasmettere l’idea di rigore e solidità che emanava il Professore, che , nel giugno 2012, era riuscito a portare a casa un meccanismo per fermare il differenziale fra i titoli di Stato tedeschi e quelli degli altri Paesi.
Perchè le relazioni internazionali del nostro Paese, qualche volta, sono passate anche dai cappotti.
Come nel 1947, quando Alcide de Gasperi dovette farsi prestare un soprabito dal ministro Attilio Piccione, non avendone uno degno di una visita ufficiale a Washington.
L’allora presidente del Consiglio volò negli Stati Uniti per chiedere un prestito che avrebbe dovuto attenuare la drammatica situazione in cui si trovava il nostro Paese.
L’Italia di oggi non è quella del dopo guerra, ma versa comunque in una crisi gravissima, da cui fatica a uscire.
Renzi ha voluto portare alla Merkel un’immagine del Paese dinamica e positiva, che prova a guardare al futuro con positività .
“Un ‘Italia che sta cambiando e che ha il bicchiere mezzo pieno”, ma che ha molto da lavorare. Ottimismo, ma anche, ancora, un po’ di rigore.
Per questo ci vuole un cappotto grigio, severo e un po’ retrò.
Peccato solo sia stato allacciato nel modo sbagliato…
(da “Huffingtonpost“)
Leave a Reply