ROMA COL BUCO, LA GIUNTA MARINO DI SGRETOLA
L’ASSESSORE AL BILANCIO MORGANTE SI DIMETTE, IL SUO PIANO DEFINITO UN “PUFFO INFORME”
Due visioni troppo distanti per “salvare insieme Roma” dal baratro economico, troppo lontane per non finire con uno strappo lacerante. Daniela Morgante, la “lady dei conti” del Campidoglio, assessore al Bilancio del Comune di Roma convinta di poter mettere mano ai debiti della Capitale senza misure drastiche, ma attraverso 400 milioni di tagli e una ridistribuzione di un tesoretto di 130 milioni di euro (utili a non mettere mano alla Tasi e addirittura abbassare l’Irpef allo 0,25%), si è dimessa per un contrasto ormai insanabile con il sindaco, Ignazio Marino.
Convinto — invece — di poter gestire la voragine dei conti di Roma solo attraverso ritocchi all’insù del cosiddetto “tariffone”, ovvero la delibera che ricalibra tutte le tariffe dei servizi erogati dal Comune: aumenti per i biglietti dei musei — “al massimo uno o due euro” ha proposto la titolare della Cultura, Flavia Barca —, delle tariffe del trasporto scolastico, dell’occupazione di suolo pubblico per grandi eventi e maxi-concerti nella Capitale, della sosta sulle strisce blu, i permessi Ztl per i residenti e le tariffe per loculi e cremazioni nei cimiteri, matrimoni e set cinematografici.
Insomma, una manovra lacrime e sangue per i romani, che vedono da mesi una città lasciata a se stessa e dove anche le emergenze non vengono gestite.
La tensione tra i due ha raggiunto l’apice domenica scorsa, durante l’ultima riunione di giunta a cui ha preso parte la Morgante presentando il suo piano, bollato dal sindaco, con la consueta arroganza, come “un puffo informe”.
Chiaro che dopo un’offesa del genere, la Morgante ha deciso di sbattere la porta e andarsene.
Con l’uscita di scena della “lady dei conti” capitolina si acuisce dunque la crisi della giunta Marino, appesa anche all’approvazione del decreto “Salva Roma”, ora al Senato e foriera di nuove polemiche.
Anche perchè i tempi per l’approvazione del Bilancio, che Palazzo Chigi ha chiesto di visionare, attraverso il sottosegretario al Tesoro, Giovanni Legnini, sembrano allungarsi un po’. Marino, intanto, ha preso su di sè la delega al Bilancio, confermando l’intenzione di approvare tutto entro il 30 aprile.
“Il lavoro del bilancio 2014 andrà avanti senza alcuno stop — ha commentato — e sulle dimissioni non ho alcun commento da fare”.
Nessun rimpasto, dunque, all’orizzonte, almeno per il momento, ma la frattura di queste inattese dimissioni peserà non poco su Marino e la sua gestione.
Morgante, infatti, tornerà a fare il magistrato della Corte dei conti, ma il prossimo anno non ci potrà essere un altro “Salva Roma” per coprire eventuali, nuovi danni gestionali dell’attuale giunta.
Sara Nicoli
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