SALARI FLESSIBILI: BANCA INTESA ASSUME AL SUD MA PAGA MENO DEL CONTRATTO NAZIONALE, IL GOVERNO PLAUDE
SEICENTO ASSUNZIONI A TEMPO INDETERMINATO, MA CON SALARI D’INGRESSO RIDOTTI PER 4 ANNI…SE IL MOTIVO E’ IL DIVERSO COSTO DELLA VITA PERCHE’ RIDURLI AL SUD, MA NON AUMENTARLI AL NORD?… ALLA FINE GUADAGNA SOLO LA BANCA, CON AVALLO DI GOVERNO E SINDACATI
Corrado Passera esulta: l’amministratore delegato di IntesaSanPaolo, dopo lunghe trattative, ha firmato un patto su nuovi posti di lavoro, in particolare al Sud e in “zone disagiate”.
Ma con una retribuzione più bassa di quella prevista dal contratto nazionale: l’accordo prevede, a fronte di assunzioni a tempo indeterminato, riduzioni salariali per i primi quattro anni.
Soddisfazione dei vertici bancari che parlano del “ruolo del gruppo Intesa a sostegno del sistema Paese”.
Suonano i violini anche i sindacati (ad eccezione della Cgil) che parlano di accordo che dà certezze a chi chiede lavoro: “600 persone, tra giovani e cassaintegrati, cui si aggiungono 500 lavoratori a tempo determinato che saranno confermati per un altro periodo”.
Le quattro nuove sedi previste daranno lavoro a giovani disoccupati dell’Aquila, Potenza e Lecce e a lavoratori torinesi in cassa integrazione. Insomma le gabbie salariali su ci si era tanto discusso qualche mese fa e per le quali prevaleva un rifiuto da parte del mondo politico e sindacale, ora rientrano dalla finestra.
Se in nome della crisi si fa un passo indietro rispetto ai contratti nazionali, siamo di fronte a un precedente pericoloso in cui saltano i punti di riferimento dei lavoratori: oggi tocca ai bancari, domani potrebbe riguardare chiunque. Un conto è una trattativa locale di secondo livello, dove all’interno di un’azienda si concordi coi lavoratori una linea di incentivi o premi di produzione, altra cosa è dividere l’Italia tra nord ricco e sud povero.
Dietro tale visione, si nascondono semplici speculazioni, non certo riconoscimenti dell’Italia a due velocità .
A parte che le due velocità non si riducono certo accentuando le differenze negli investimenti, ma con una programmazione governativa che non esiste. O se si sottraggono al Sud 8 miliardi di fondi europeo per lo sviluppo della formazione professionale e la promozione delle aziende per destinarli a pagare la cassa integrazione agli operai del nord.
Ma accettiamo per un attimo il concetto che il costo della vita al Sud sia più basso di quello del Nord e che quindi sia giusto che Banca Intesa, ad es., paghi uno stipendio inferiore al Sud rispetto a quanto fissato dal contratto nazionale.
Ma allora qualcuno ci spiega perchè, sulla base dello stesso concetto, la Banca non aumenta gli stipendi al nord, visto che la vità è più cara?
Oppure le gabbie salariali sono giuste solo quando guadagna l’imprenditore e inapplicabili quando deve averne un utile il lavoratore?
Ma che bella filosofia si va ad instaurare, tra sorrisi compiaciuti del governo e proni compromessi sindacali.
Qui non si tratta di fare battaglie ideologiche o non essere realisti: ovvio che sono meglio 600 posti di lavoro che nulla, ma un conto sono i salari flessibili a seconda dei casi particolari, altra cosa sono unicamente i salari ridotti per interessi aziendali.
In Italia c’è chi va piano, chi va più veloce, ma anche chi scappa col malloppo.
E che il governo funga solo da cronometrista non ci sta bene.
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