SALVINI MIRA A INDURRE GLI ITALIANI A CREDERE CHE IL VERO PREMIER È LUI E LA MELONI SI RIVELA INCAPACE DI TENERGLI TESTA
LIBERI TUTTI SUL COVID, DISPOSIZIONI CONTRO IL DIRITTO A MANIFESTARE (PENA FINO A 6 ANNI). TETTO DEL CONTANTE A 10 MILA EURO: SONO QUESTE LE PRIORITÀ DEL GOVERNO MELONI? O PIUTTOSTO IL CARO-BOLLETTE?
Oggi, in un passaggio dell’ultimo libro di Bruno Vespa, la Meloni ha confessato: “Non ho mai temuto davvero di non riuscire a fare un governo anche se ho preso in considerazione l’ipotesi di presentarmi in Parlamento senza un accordo preventivo con tutti gli alleati, quando alcune proposte mi sono sembrate irricevibili”.
“Con Salvini si è stabilito un rapporto nuovo e diverso – ha detto la premier -. Ha capito quel che si poteva e quel che non si poteva fare e mi ha aiutato a cercare soluzioni. Un mediatore? Be’, il fatto di non schierarsi aprioristicamente con Berlusconi mi ha aiutato molto”.
Al di là delle dichiarazioni, il “nuovo e diverso rapporto” (manco la Flavi in ‘’Agenzia matrimoniale’’) con il Cazzaro verde, ritornato in modalità Papeete, si sta rivelando a dir poco deleterio. E’ Salvini che ha insistito sul “liberi tutti” sul Covid: una cantonata che ha fatto incazzare il 99,4% di medici che si sono vaccinati e si sono sacrificati durante la pandemia.
E’ sempre il Truce lombardo che ha insistito sul neo ministro dell’interno Piantedosi (suo ex capo di gabinetto al Viminale) a emanare le disposizioni contro il popolo del rave (pena fino a 6 anni!). A parte che ci sono già le leggi per sgombrare chi occupa abusivamente, ma Piantedosi ha dimenticato chi ricopriva il ruolo di prefetto di Roma quando avvenne l’assalto dei fasci alla sede della Cgil, devastandola: lui.
E’ sempre dalla Lega, nella persona del no-euro Bagnai, che è spuntata l’idea idiota di portare il tetto del contante a 10 mila euro. Altro tema, altra cantonata, questa volta innescato dal forzuto Gasparri sulla legge 194 sull’aborto. Per non parlare poi dell’en plein di Salvini con le nomine del sottogoverno con Durigon, Molteni, Borgonzoni, etc.
Sono queste le priorità del governo Meloni? O piuttosto i problemi economici derivanti dall’inflazione e dal caro-bollette, tema in discussione al consiglio dei ministri del prossimo venerdì?
E’ chiaro che Giorgia Meloni è stata messa sotto dal Cazzaro verde. Del resto, non è una cosa semplice a 45 anni occupare la prima poltrona di Palazzo Chigi per una che è sempre stata all’opposizione, che non ha pratica di governo né di Deep state (Corte Costituzionale, Consulta, Servizi, Esercito, etc.).
Al rodaggio e ai contrattempi della “Piccoletta” (Berlusconi dixit) va aggiunta l’azione di quelli, come Salvini, che vogliono farla inciampare per poi dirle “Ti salvo io”. Emblematica la questione del Ministero dell’Economia. Il destino del Direttore Generale Alessandro Rivera è segnato. Tutti i dossier rimasti aperti (Ita, concessioni, etc) sulla scrivania di Rivera dovrebbero passare entro la settimana prossima a Luigi Buttiglione, un analista molto quotato che ha buoni collegamenti con i mercati. Ed è il secondo cavallo di razza (secondo molti, gli unici due) della squadra della Meloni dopo il sottosegretario Mantovano.
Ma cuor di coniglio Giorgetti al solito tentenna sulla defenestrazione di Rivera mentre il suo boss Salvini gli ha chiesto – con quale titolo? – una rosa di tre nomi per sostituirlo. Altra prossima rogna: le nomine alle Ferrovie di Stato. Se Giorgia vuole cambiare, Salvini dice di no, restano tutti, ma lo fa perché mira a portare un suo uomo. Insomma, un sabotaggio continuo per “indurre gli italiani a credere che il vero premier è lui”
(da Dagoreport)
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