SENTENZA DEFINITIVA IN CASSAZIONE? NON PIU’, IL PDL VUOLE IL QUARTO GRADO
TRA I 1.600 EMENDAMENTI AL DECRETO SVILUPPO SPUNTA LA PROPOSTA DI MODIFICA PER RICORRERE CONTRO LE PRONUNCE DELLA CASSAZIONE: SEMBRA FATTA APPOSTA PER IL LODO MONDADORI
In caso di violazione del diritto comunitario si potrà presentare ricorso davanti alle Sezioni Unite della Cassazione.
Sia in caso di giudizio civile che penale.
Lo propone un emendamento del Pdl, tra i 1600 presentati al decreto Sviluppo ora all’esame della commissione Industria del Senato.
La norma, contestata duramente dal Pd, avrà effetti anche sulle sentenze passate in giudicato nei due anni antecedenti all’entrata in vigore della legge.
E si avranno 180 giorni di tempo da questa data per presentare ricorso. Il pensiero corre veloce alla sentenza sul Lodo Mondadori, che arriverà tra poco in Cassazione.
Alcuni senatori del Pdl, nel presentare gli effetti dell’emendamento, avevano spiegato che avrebbe potuto contribuire a sciogliere il nodo della “responsabilità civile dei magistrati” perchè i cittadini “invece di andare in giro in Europa a chiedere giustizia di sentenze italiane e poi rifarsi sul singolo magistrato, potrebbero appellarsi alle Sezioni Unite della Suprema Corte”. Ma non è certo questa, secondo il Pd, la “vera ratio della norma”.
“Scritta così — sottolinea il capogruppo Pd in commissione Giustizia del Senato Silvia Della Monica — interverrebbe sulle sentenze già passate in giudicato. E questo potrebbe avere effetti anche sulla legge per le incandidabilità che sta mettendo a punto il governo”.
Molti procedimenti conclusi con sentenze definitive, infatti, si potrebbero riaprire “con la scusa della violazione del diritto comunitario” (che ormai potrebbe venire esteso “a dismisura”), incalza anche l’altro capogruppo Pd in commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti, e rimettere in discussione “molte sentenze di condanna che riguardano i parlamentari” che nel frattempo tornerebbero candidabili fino alla conclusione del giudizio davanti alle Sezioni Unite della Cassazione: un “passaggio” questo che il Pd ha già ribattezzato come “il quarto grado di giudizio”.
Uno dei firmatari dell’emendamento, Carlo Sarro (Pdl) difende la norma: “Prima di tutto non è un quarto grado di giudizio — precisa — ma un nuovo caso di revocazione: istituto già previsto nel nostro ordinamento”. “Noi semplicemente lo estendiamo alla violazione del diritto comunitario — sottolinea — capisco che voi ora farete delle dietrologie, ma si tratta solo di una norma utile ai cittadini e che non interessa per nulla vicende che riguardano Berlusconi…”.
Di parere opposto il presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro che definisce la norma “gravissima”.
Stupisce, dice, “la perseveranza di qualcuno nel voler in tutti i modi smantellare il sistema giudiziario italiano attraverso meccanismi che ne rallentino o inceppino l’iter”, commenta.
“Se questo emendamento passasse — insiste la Ferranti — si bloccherebbe il sistema giustizia. Per attendere condanne definitive bisognerebbe aspettare un fantomatico quarto grado di giudizio che, per quanto riguarda la violazione del diritto comunitario, risulta una sostanziale duplicazione del terzo”.
E’ paradossale poi “che questo venga proposto da chi dice di difendere la ragionevole durata del processo”.
Inoltre, afferma con forza la parlamentare, si snaturerebbe il ruolo e la funzione della Corte di Cassazione “che si troverebbe a ‘giudicarè se stessa”. Il governo, è l’appello del Pd, “prenda le distanze da una norma che è chiaramente contraria alla Costituzione”.
E infatti, il sottosegretario alla Giustizia Salvatore Mazzamuto avverte subito di aver dato parere contrario all’emendamento che porta, oltre a quella di Sarro, anche le firme del capogruppo Pdl in commissione Giustizia Franco Mugnai, Giuseppe Valentino, Mariano Delogu, Alberto Balboni.
“I firmatari — avverte Mazzamuto — hanno preannunciato una riformulazione quindi è accantonato”.
L’emendamento del Pdl? “Non l’ho ancora letto..”.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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