“SENZA BASI GIURIDICHE”: COSTITUZIONALISTI SMONTANO SENZA PIETA’ L’IMPEACHMENT CONTRO MATTARELLA
“HA ESERCITATO I SUOI POTERI COSTITUZIONALI, NEI SUOI CONFRONTI UN ATTO DI INTIMIDAZIONE”
Mancano le basi giuridiche che diano sostanza a una procedura di messa in stato d’accusa contro il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, preannunciata dal Movimento 5 Stelle dopo lo stop al Governo.
I costituzionalisti interpellati sono sostanzialmente concordi.
La Costituzione disciplina il tema all’articolo 90:
“Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri”.
La sentenza è affidata alla Corte Costituzionale
MASSIMO LUCIANI: “NON CI SONO PRESUPPOSTI, HA ESERCITATO I SUOI POTERI COSTITUZIONALI”
“La situazione è molto complessa. Ma sarebbe opportuno rimuovere ogni equivoco possibile sulla legittimità dell’azione e delle scelte del presidente della Repubblica” dice Massimo Luciani, docente di diritto costituzionale alla Sapienza, in una intervista al Corriere della Sera.
“Non ci sono i presupposti per la violazione dell’articolo 90. Perchè il presidente Mattarella ha esercitato i suoi poteri costituzionali”.
E vi rientra il veto sul ministro dell’Economia “perchè l’articolo 87 prevede atti controfirmati dal presidente del Consiglio, ma firmati dal capo dello Stato. E’ ovvio che debbano essere condivisi. Altra cosa è l’opportunità . Per qualcuno può esserlo stato. Ognuno è libero di valutare”.
UGO DE SIERVO: “DA LEGA E M5S UN’INTIMIDAZIONE”
La reazione di Lega e Movimento 5 Stelle alla decisione del Capo dello Stato è “un’intimidazione, è l’unica spiegazione tecnica che si può dare. In realtà Mattarella ha esercitato più che correttamente, anche se in una situazione difficile, una facoltà che la Costituzione dà al Presidente della Repubblica. Reagire così, sinceramente, è sconcertante se non anche un po’ scandaloso” dice l’ex presidente della Consulta Ugo De Siervo intervistato dalla Stampa.
“L’articolo 1 della Carta dice che la sovranità popolare si esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. La norma sulla formazione del governo dice che il Presidente della Repubblica nomina i ministri su proposta del presidente del Consiglio. Non è solo un ruolo notarile, è un potere che non risultava pubblicamente perchè il sistema politico accettava le regole del gioco. Non è possibile che le forze politiche vogliano imporre al Presidente della Repubblica di fare quello che hanno deciso loro, annullando il potere presidenziale”.
GAETANO AZZARITI: “ACCUSE DEL TUTTO INFONDATE”
“Tutta la formazione del governo M5S-Lega è stata condotta al di fuori delle prassi e dei precedenti costituzionali”, spiega Gaetano Azzariti, ordinario alla Sapienza. “Ma ora bisogna evitare che lo scontro istituzionale si avviti: in gioco c’è la democrazia del nostro Paese, si rischia che saltino tutte le regole”. Mattarella “è stato troppo debole all’inizio — per aver consentito una serie di strappi alla prassi, innanzitutto sulla definizione del programma di governo in termini privatistici, prima che il premier venisse incaricato — e troppo rigida dopo”. Ma la messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica “la ritengo ancor più infondata dei tentativi precedenti nei confronti di Cossiga e Scalfaro, che si sono subito arenati in Parlamento”, perchè “l’art. 90 della Costituzione non riguarda una generica responsabilità politica del presidente della Repubblica, ma espressamente i più gravi reati del nostro ordinamento: l’alto tradimento e l’attentato alla Costituzione. Sono legittime tutte le critiche a Mattarella, ma configurarne il comportamento come un colpo di Stato mi sembra francamente espressione del nervosismo dei tempi”.
(da agenzie)
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